Alla chiusura delle contrattazioni alla Borsa di New York, il Dow Jones è salito di 349,44 punti a 34707,94, mentre l’S&P 500 selettivo è salito dell’1,43%, ovvero 63,92 unità, a 4.520,16.
Il Nasdaq Market Composite Index, dove sono quotate le principali società tecnologiche, è salito dell’1,93%, o 269,24 numeri interi, per chiudere a 14.191,84.
In una settimana di alti e bassi, il mercato azionario di New York ha registrato un trend verde dall’inizio della sessione, in contrasto con i ribassi di mercoledì, poiché gli investitori scommettono su valori considerati più rischiosi, come le società di microchip.
I commercianti si sono ripresi dai buoni dati del mercato del lavoro statunitense, poiché il numero di richieste di sussidi di disoccupazione è sceso la scorsa settimana a 187.000, il livello più basso dal settembre 1969.
Le cifre pubblicate oggi supportano gli analisti che ritengono che l’economia statunitense continuerà a crescere a un ritmo sano nonostante la guerra in Ucraina, i problemi della catena di approvvigionamento e gli alti tassi di interesse fissati dalla Federal Reserve.
Il mercato era anche a conoscenza dei vertici ucraini tenutisi a Bruxelles, dove i leader della NATO, dell’Unione Europea e del Gruppo dei Sette si sono incontrati per coordinare ulteriormente la loro risposta all’invasione russa.
I rialzi del mercato azionario sono stati chiaramente guidati dalle società tecnologiche, che hanno guadagnato il 2,71% nel complesso, in particolare i produttori di microprocessori, con Intel (6,94%) o Nvidia (9,82%) come i grandi campioni oggi.
Tra i trenta valori del Dow Jones, dopo Intel, spiccano i guadagni di Apple (2,27%), UnitedHealth (2,03%) o McDonald’s (1,75%).
Boeing, che ha subito pesanti perdite questa settimana dopo il fatale incidente del 737 in Cina, oggi ha riguadagnato l’1,62%.
Solo Nike (-0,69%) e Home Depot (-0,40%) hanno chiuso la zona rossa all’interno dell’indice Dow Jones, in una seduta in cui tutti i settori di Wall Street hanno chiuso in positivo.
Nel frattempo, il prezzo del greggio Texas Intermediate (WTI) è sceso del 2,3% per chiudere a 112,34 dollari al barile a causa delle basse aspettative che le potenze occidentali imporranno nuove sanzioni alla Russia.
Negli altri mercati, alla chiusura di Wall Street, l’oro è salito a 1962,2 dollari l’oncia, i titoli a dieci anni sono saliti al 2,368% e il dollaro è salito contro l’euro a 1,099.
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