venerdì, Novembre 15, 2024

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Tetto africano

Ha il deserto della Dancalia, il luogo più caldo della Terra, ed è qui che hanno scoperto il caffè, anche se altri paesi ne rivendicano il merito.

È anche il territorio del Nilo Azzurro, la fonte di oltre l’80% dell’acqua del Nilo, e lo chiamano la “culla dell’umanità” perché Lucy e altri fossili antichi che rivelano la nostra evoluzione sono stati trovati nel suo suolo. Il suo calendario è di 13 mesi e 12 ore nel sistema temporale.

Le suddette singolarità sono solo alcune di quelle che compongono l’Etiopia, nazione descritta come “uno spazio pieno di diverse e antiche etnie, lingue e culture” identificata dai fondisti sin dal famoso Abebe Bikila, ma fissata nel collettivo fantasia come esempio di povertà.

Basta una delle sue caratteristiche per essere considerato il “tetto d’Africa”. Questo non ha nulla a che fare con la posizione sopra il livello del mare ad Addis Abeba, la capitale più alta dell’Africa.

Con le sue tre cime, Kibo, Mawenzi e Shira, la montagna più alta del continente, il famoso monte Kilimangiaro domina le pianure e le praterie della Tanzania nord-orientale, seguito da altre sette prima di raggiungere il monte Ras Dashen, al nono posto. e il punto più alto etiope.

Tuttavia, dei primi quaranta picchi, 22 si trovano in questo paese nel Corno d’Africa, anche se va notato che esistono diverse differenze tra le fonti per quanto riguarda le misurazioni, in particolare quelle etiopi.

Quindi il nome “Tetto d’Africa” ​​lo merita perché il suo territorio ha il maggior numero di cime montuose sopra i 1500 metri.

In particolare, lo chiamano così a causa della catena montuosa Simian nel nord. C’è Ras Dashen, e c’è un parco nazionale di circa 180 chilometri quadrati, che ospita specie endemiche come il lupo abissino e anche con una flora distintiva, che è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura in 1974.

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(preso dal globo)