venerdì, Novembre 15, 2024

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Termina lo sciopero delle università federali in Brasile, con sollievo del presidente Lula

I docenti e gli altri membri del personale delle università federali del Brasile hanno posto fine allo sciopero iniziato più di due mesi fa per chiedere miglioramenti sul lavoro. La protesta si è conclusa con un accordo con il governo che non prevedeva l’aumento salariale richiesto dagli scioperanti per quest’anno, ma piuttosto un aumento differito pagato per l’anno prossimo e per quello successivo. La fine della mobilitazione rappresenta una fonte di sollievo per il governo del presidente Luiz Inacio da Silva, che è sotto pressione a causa delle proteste sindacali di vari settori di funzionari, ma con i calcoli pubblici al limite. D’altro canto, i funzionari pubblici ambientali hanno deciso di intensificare la mobilitazione e di fermarsi completamente in cinque stati, tranne che in situazioni di emergenza; Non hanno lasciato i loro uffici per sei mesi.

Gli studi riprenderanno gradualmente in tutte le università e istituti federali dopo l’accordo raggiunto tra le due parti. Qualche settimana fa, il presidente Lula ha annunciato un investimento di 5,5 miliardi di reais brasiliani (circa 1 miliardo di dollari) per rinnovare aule, laboratori, biblioteche… e creare decine di nuove università collegate a istituzioni esistenti.

Il sindacato che rappresenta gli scioperanti, Andean, conferma che il processo di negoziazione ha raggiunto i suoi limiti e presume che il governo non soddisferà le loro richieste. L’autorità esecutiva conferma che le restrizioni di bilancio gli impediscono di concedere qualsiasi aumento per quest’anno, ma si è impegnata ad aumentare gli stipendi oltre il 12% in più rate fino al 2026.

Lunedì il presidente ha riservato un programma speciale, inclusa una visita a Noam Chomsky, 95 anni, nella sua casa di San Paolo. Il presidente ha detto scherzando: “Sei più vecchio di me, ma hai molti capelli”. L’intellettuale americano ha risposto con un sorriso, secondo il resoconto dell’incontro pubblicato dal quotidiano britannico “Daily Mail”. Folha des Paulo. Ma la brutta notizia per il presidente di sinistra ed ex leader sindacale è che i funzionari ambientali, che protestavano da gennaio per chiedere aumenti salariali e ristrutturazioni professionali, hanno rafforzato la loro mobilitazione. D’ora in poi paralizzeranno tutte le loro attività in cinque stati, tranne quelle considerate di emergenza, come spegnere gli incendi o assistere le persone colpite dalle inondazioni. Lo sciopero generale, iniziato ad Acre, Espirito Santo, Pará, Paraíba e Rio Grande do Norte, dovrebbe estendersi al resto del Paese a partire dalla prossima settimana.

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La missione di questi ispettori è essenziale affinché il Brasile possa sviluppare la sua politica ambientale, che è uno dei pilastri della sua politica estera, e raggiungere gli obiettivi che si è prefissato su questioni come la deforestazione dell’Amazzonia.

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