Beirut, 27 gennaio (Principe Latina) Il Blocco Lealtà alla Resistenza Parlamentare ha chiesto un’azione urgente da parte di tutti e ha insistito per trovare soluzioni nazionali alla luce del quotidiano deterioramento delle condizioni di vita in Libano oggi.
Nella sua riunione ordinaria, il gruppo dei deputati ha chiesto di accantonare i conti personali e parziali per affrontare la realtà della pericolosa sussistenza dei libanesi sotto la responsabilità delle autorità interessate, del governo e della banca centrale.
I rappresentanti hanno sottolineato che il continuo crollo della moneta nazionale e quanto accaduto nei giorni scorsi per far aumentare deliberatamente la domanda di dollari USA, fa parte della pressione politica esercitata sui libanesi per imporre scelte a favore di interessi individuali.
Hanno sottolineato che nell’ambito della ricerca di una via d’uscita dalla carica presidenziale, il programma “Lealtà alla Resistenza” prosegue gli sforzi e i contatti volti a concretizzare un accordo come la via più breve e sicura per arrivare all’elezione di un nuovo capo del governo stato.
I legislatori hanno convenuto che le manifestazioni di lassismo nelle diverse istituzioni e strutture statali costituiscono un monito dell’ultimo pericolo che incombe sul Paese.
Allo stesso tempo, hanno affermato che ricattare i libanesi con pressioni esterne è una pratica maligna e spregevole. In questo senso, il blocco ha ribadito il proprio impegno a resistere ea difendere la sovranità nazionale contro ogni tentativo di subordinazione.
I deputati hanno espresso soddisfazione per i contatti e gli incontri tenuti dalla delegazione di Hezbollah con i vertici del Movimento Patriottico Libero e del Partito Socialista Progressista, con l’obiettivo di raggiungere la necessaria intesa e porre fine al vuoto di potere.
Senza un Presidente della Repubblica dallo scorso 31 ottobre, il Libano sta attraversando il primo mese del 2023, tra scioperi sindacali, posti di blocco e sit-in per i parenti delle vittime dell’esplosione al porto di Beirut, e divisioni giudiziarie e potere straniero. confusione.
Dopo 11 sessioni parlamentari, nessun candidato della comunità cristiana maronita ha ottenuto il necessario sostegno maggioritario e la nazione affronta un quarto periodo di vacanza dopo l’indipendenza, sotto un governo ad interim.
JCM/YMA
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