La mostra riunisce le opere di 25 artisti nazionali e internazionali come Marina Abramović, Oscar Dominguez o Lola Maceo, tra gli altri.
L’apertura sarà questo sabato 22, a partire dalle 12:00 e potrà essere goduto fino al 15 ottobre.
Sala d’Arte dell’Istituto Canarias Cabrera Pinto Presentando ‘Georgiana’s Echoes’, una mostra collettiva che riunisce il lavoro di 25 artisti nazionali e internazionali, con grandi nomi come Marina Abramović, Oscar Dominguez, Maria Asha-Kutcher o Lola Maceo collegati alle ossessioni soprannaturali dell’artista vittoriana Georgiana Hutton (Las Palmas de Gran Canaria, 1814-Londra, 1884). Il progetto include lavori interdisciplinari e installativi in vari formati, tra cui foto, video, disegni, dipinti e sculture. L’esemplare è visitabile da questo sabato 22 dalle ore 12:00 fino al 15 ottobre.
Il lavoro è stato selezionato dal rispettato storico dell’arte Nkan Aramburu, che descrive questo progetto come un “saggio organizzativo” a titolo di ricerca. “Georgiana´s Echoes” è “una galleria d’arte contemporanea con radici vittoriane basata sulla figura centrale e poco conosciuta di Georgiana Houghton”, spiega. La mostra riunisce creazioni esoteriche dell’arte occidentale contemporanea basate sui temi tematici che hanno definito il lavoro di Hutton.
Georgiana Huhton: pioniera dell’astrazione
Aramburu descrive “Echoes of Georgiana” come “la prima approssimazione di metodologie analitiche di creazione artistica in sintonia, a volte inavvertitamente, con la biografia e il lavoro di Georgiana”. Il progetto mette in mostra 37 opere, tutte accomunate da tematiche inerenti all’artista inglese: la morte dei corpi fisici, l’alienazione delle anime, i meccanismi alternativi di comunicazione, le cariche della memoria negli spazi e l’immaginazione nella realtà.
La mostra intreccia opere di Marina Abramović, María Maria Asha-Kutcher, Vasco Araujo, Ula von Brandenburg, Claudia Casarino, Cima Castro, Elda Serato, Teresa Correa, Elie Cortinas, Oscar Domínguez, Evreux, Chiara Fumay. Pedro Garhill, Juan Jonas, Robert Lemos, Lola Maceo, Raisa Maudet, Olga Mesa, Michael Najjar, Miguel Río Branco, Mapy Rivera, Carlos Rivero, Ulrika Sparre, Guillermo Srodic-Hart e Eulalia Valdocera.
Il catalogo della mostra, che include uno studio approfondito delle informazioni note sull’artista, è stato progettato da Lars Peter Amundsen e contiene testi di Nikani Aramburu e Lars Bang-Larsen.
Nikani Aramburu (San Sebastian) direttore culturale, archeologo e teorico. Dottore di ricerca in Storia dell’Arte e Master in Scienza dei Musei. Nel dicembre 2022 è stata nominata Direttrice della Fondazione Fenosa e ha anche diretto istituzioni come il Museo Es Baluard tra il 2013 e il 2019 (Fondazione Es Baluard, Palma di Maiorca) o Espacio Ciudad tra il 1999 e il 2010 (Comune di Vitoria-Gasteiz).
Sviluppa nuove forme di gestione e valori all’interno e all’esterno degli spazi istituzionali e alternativi, esplorando i linguaggi e le forme di comunicazione del patrimonio materiale e immateriale sia a livello nazionale che internazionale. I suoi progetti si concentrano sulle pratiche transmediali e sugli ecosistemi culturali, scommettendo sulla sostenibilità e sulle strutture di rete.
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