L’ATE, attraverso la sua filiale di Mar del Plata, ha manifestato per difendere i posti di lavoro dei dipendenti di Espacio Unzué, che da un decennio offre attività culturali e ricreative gratuite ai cittadini di Mar del Plata.
“Questa storica istituzione, attraverso i suoi lavoratori, fornisce politiche pubbliche che oggi non sono più disponibili a causa degli aggiustamenti del governo nazionale. Noi del nostro sindacato insistiamo che a Unzui non sia rimasto nessuno e dobbiamo garantire i finanziamenti”, ha detto Claudia Rey, Segretario Generale del Dipartimento dell’ATE Mar del Plata. Sostenere i diritti del nostro popolo attraverso il nostro lavoro”.
Le autorità nazionali hanno annunciato che Espacio Unzué riaprirà i battenti durante le vacanze invernali ma con dipendenti comunali. Non si è parlato della reintegrazione dei 15 lavoratori licenziati a fine marzo. È importante ricordare che lo spazio opera nel Monumento Storico Nazionale dell’Istituto Unzué situato nelle vie Rio Negro e España nella città di Mar del Plata. La proprietà ha una superficie di due ettari e un’area edificabile di circa dieci mila metri quadrati.
I lavoratori che hanno mantenuto lo spazio in questi ultimi mesi lo hanno fatto senza budget e senza personale. L’attuale amministrazione dell’ex Segretariato nazionale per l’Infanzia, l’Adolescenza e la Famiglia, da cui dipende lo spazio culturale, non ha ancora risposto alle loro richieste.
Durante questo periodo, più di 3.000 bambini sono rimasti senza accesso ai servizi forniti da Unzué, i laboratori per adolescenti e giovani realizzati dal progetto “Healthy Links” sono stati cancellati e 12 laboratori culturali sono stati svuotati a causa dell’espulsione dei loro professionisti, colpendo più di 1.500 persone registrate; I laboratori per anziani sono chiusi per annullamento convegni. Inoltre, più di 350 produttori locali sono rimasti senza uno spazio di lavoro.
Secondo quanto riferito dallo Stato municipale, le attività presentate nello spazio richiedono l’influenza da parte dei suoi dipendenti, che sono nel mezzo di una lotta comune. Ma la domanda che si pone la comunità culturale è: perché coloro che svolgevano questi compiti non sono stati nominati e sono stati licenziati?
Allo stesso modo, lo spazio non è stato mantenuto per sette mesi. Ecco perché molti dei giocattoli del parco sono stati rimossi per garantire la sicurezza dei bambini. La metà dell’edificio, invece, non dispone di impianto di riscaldamento perché le caldaie si sono guastate e non sono state riparate per “mancanza di fondi”. I lavoratori di Unzué hanno anche avvertito della caduta di pietre dalle stanze e dalle facciate, mettendo a rischio la sicurezza dei dipendenti e dei visitatori.
Infine, è importante sottolineare che le politiche pubbliche della città, non solo in ambito culturale ma anche sociale, soffrono di riduzioni dei servizi erogati, come nel caso del Centro di Riferimento, il cui personale è stato licenziato. L’ATE resterà nello stato di assemblea permanente, in attesa di vedere l’evolversi degli eventi.
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