Juanjo Galán Vivas, Professore, Dipartimento di Urbanistica, Facoltà di Architettura, UPV
Gli effetti del cambiamento climatico e dell’innalzamento delle temperature si fanno sempre più sentire sul pianeta Terra; Soprattutto nelle città, dove il calore si accumula nell’asfalto delle strade e nei materiali da costruzione, e dove veicoli e macchinari emettono un calore supplementare che difficilmente trova sfogo nel fitto tessuto urbano. Si creano così le cosiddette isole di calore, caratterizzate dall’offrire temperature di diversi gradi superiori a quelle ambientali.
In questo contesto, le città del Mediterraneo presentano opportunità e sfide specifiche di cui dobbiamo tenere conto quando affrontiamo l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici. Tra le opportunità c’è la sua struttura compatta e tradizionalmente multifunzionale, che permette di creare zone d’ombra e permette ai cittadini di svolgere la propria vita quotidiana a breve distanza (una città di quindici minuti). Tra le sfide, e in contropartita ai loro particolari vantaggi, vale la pena notare le forti limitazioni e la competizione per l’uso degli spazi urbani liberi.
I rifugi climatici sono luoghi in cui i residenti possono proteggersi dalle temperature estreme e dai rischi per la loro salute o il loro benessere. A differenza degli spazi privati a temperatura controllata legati ai consumi, come centri commerciali, centri di intrattenimento o supermercati; I rifugi climatici sono associati a spazi interni ed esterni di natura prevalentemente pubblica, che possono comprendere strade, piazze, parchi ed edifici pubblici adibiti a strutture. Inoltre, indipendentemente dalla creazione di rifugi specifici, dovremmo aspirare a che lo spazio pubblico urbano nel suo insieme sia un’infrastruttura confortevole e inclusiva che inviti all’interazione sociale anche in condizioni di caldo o sole estremo.
A questo punto, l’uso di tetti più permeabili e alberi rigogliosi nei parchi, l’inserimento di portici e tende da sole in piazze e strade, la riduzione delle aree pavimentate, l’introduzione di alberi di allineamento ben dimensionati nelle nostre strade, l’uso intelligente ed efficiente dell’acqua, la riduzione dell’uso dei veicoli privati, la rivisitazione di biblioteche, musei, centri sociali e culturali, impianti sportivi o stazioni di trasporto. Queste soluzioni ci permetteranno di unire la conoscenza accumulata, spesso dimenticata, delle città e dei paesi del Mediterraneo, con le possibilità offerte dalle nuove tecnologie, dall’urbanistica e dal design urbano.
In una prospettiva positiva, la possibilità di trattare lo spazio pubblico come un’infrastruttura microclimatica consentirà infatti di contribuire da un problema specifico a un obiettivo generale: costruire città più sostenibili e resilienti, a livello ambientale, sociale ed economico; sia nei quartieri di nuova costruzione che nei tessuti urbani esistenti.
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