L'Italia ammetterà 300 lavoratori migranti senza status di rifugiato provenienti da Libano, Costa d'Avorio ed Etiopia nel quadro di un programma pilota guidato dalla Comunità di Sant'Egidio, un'organizzazione cattolica di beneficenza e per i diritti umani.
I “corridoi di lavoro” concordati venerdì da Sant'Egidio con il Viminale fanno seguito alle promesse del governo di destra del primo ministro Giorgia Meloni di bilanciare un approccio più duro all'immigrazione irregolare con alcune aperture per gli immigrati legali.
L’Italia ha una delle popolazioni più anziane e in più rapido declino al mondo, e manca manodopera per i lavori meno pagati nel settore manifatturiero, dell’ospitalità e dell’assistenza domiciliare. I gruppi imprenditoriali hanno cercato di assumere manodopera a basso costo proveniente dai paesi più poveri al di fuori dell’UE.
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Lo staff di Sant'Egidio aiuterà a selezionare e assumere i migranti nei loro paesi d'origine, fornendo formazione linguistica e professionale in italiano per lavori specifici a loro riservati, secondo l'organizzazione benefica.
L'iniziativa fa parte dei “corridoi umanitari” che Sant'Egidio gestisce insieme ad altre associazioni di beneficenza cristiane, grazie ai quali più di 7.000 rifugiati hanno potuto entrare legalmente in Italia dal 2016.
L’Italia ha registrato circa 158.000 arrivi via mare irregolari dal Nord Africa l’anno scorso, e più di 16.000 quest’anno, secondo i dati del Ministero dell’Interno.
Il governo Meloni ha ampliato a 452.000 il numero dei visti lavorativi per i cittadini extra-Ue per il periodo 2023-2025. Questi visti in genere vanno a beneficio degli immigrati privi di documenti che sono già in Italia e stanno utilizzando le quote per legalizzare il loro status.
Con informazioni provenienti da Reuters
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