Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il primo ministro britannico Rishi Sunak hanno entrambi precedentemente approvato la versione.
Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha affermato che il “massacro” della scorsa settimana in un ospedale nella Striscia di Gaza è stato opera dei militanti di Hamas e “non di Israele”, confermando il bilancio delle vittime e mettendo in dubbio il bilancio ufficiale delle vittime. Come hanno detto i funzionari di Kazan, “circa 50” e non quasi 500. L’esercito israeliano ha rilasciato una serie di prove, comprese immagini e conversazioni intercettate, per dimostrare di non avere alcuna responsabilità per l’attacco all’ospedale Al Ahli. Il primo ministro britannico Rishi Sunak ha accettato questa versione lunedì, dopo l’iniziale appoggio del presidente americano Joe Biden. “Dobbiamo evitare l’impatto dannoso della campagna”, ha insistito martedì il capo della diplomazia italiana in un’intervista alla rete Sky Tg, avvertendo del rischio di un’escalation ancora maggiore nel conflitto aperto tra Hamas e Israele. Attacchi del 7 ottobre. Sostenendo una soluzione a due Stati per chiarire che Hamas non rappresenta tutto il popolo palestinese, Tajani ha avvertito che “questo non sarà un conflitto breve” e ha sostenuto di evitare il suo contagio, soprattutto a livello regionale. Verso Libano e Iran. Per ora, però, ritiene che le minacce iraniane siano più “politiche” che militari e che il gruppo libanese Hezbollah agisca più per “solidarietà” con Hamas che per il desiderio di aprire un nuovo fronte nel conflitto.
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