L’inflazione su base annua in Italia è stata dell’11,6%, rispetto all’11,8% registrato a novembre, quando ha raggiunto il tasso più alto dal marzo 1984, ha dichiarato giovedì l’Istat nei suoi dati preliminari.
Nonostante il rallentamento del tasso di inflazione registrato a dicembre rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, i prezzi hanno mantenuto il trend rialzista con un incremento mensile dello 0,3% rispetto a quello registrato lo scorso novembre.
La diminuzione del tasso interinale è in risposta a un calo dei prezzi delle materie prime energetiche non regolamentate dal 69,9% al 63,3% di dicembre; Alimentari non trasformati, dall’11,4% al 9,5% e servizi legati ai trasporti, dal 6,8% al 6,0%, spiega l’Istat in un rapporto.
I prezzi dei prodotti energetici regolamentati sono aumentati dal 57,9% al 70,3% e gli alimenti trasformati sono aumentati dal 14,3% al 14,9%.
L’inflazione core, che esclude l’energia e gli alimenti freschi a causa della sua volatilità, è aumentata al 5,8% nei dati provvisori di dicembre dal 5,6% di novembre.
L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) – che misura l’evoluzione dei prezzi allo stesso modo in tutti i paesi dell’area dell’euro – è aumentato del 12,3% su base annua (era il 12,6% a novembre) e dello 0,2. % rispetto al mese precedente.
I prezzi dei prodotti alimentari, per la casa e per la cura della persona hanno registrato un leggero calo su base tendenziale passando dal 12,7% al 12,6%.
Secondo i calcoli preliminari dell’Istat, l’inflazione per il 2022 è stata dell’8,1% e del 3,8% per il Centro.
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