Riuscireste a immaginare un giorno senza lo smartphone? Senza consultare Google, mandare un messaggio su WhatsApp, caricare una foto su Instagram, ordinare su Amazon?
Difficile: quasi impossibile, anzi. Lo smartphone, in pochi anni, è diventato un’estensione del nostro corpo, della nostra rete sociale o, per dirla in termini psicanalitici, del nostro ego.
Ogni giorno, utilizziamo lo smartphone per le più svariate attività, dal restare in contatto con gli amici tramite social media e app di instant messaging alla navigazione, dal fare acquisti suglii e-commerce (Amazion, Ebay, etc.) al giocare, per esempio con giochi nati per il mobile (dice niente Angry Birds?) o ai giochi di casinò come la roulette sui siti degli operatori di settore, vedi PokerStars Casino: insomma, una quantità di attività che evidenzia come gli smartphone abbiano cambiato la nostra vita.
Eppure, c’è stato un tempo in cui avere un cellulare era affare di pochissime persone, che utilizzavano dispositivi costosi e ingombranti soprattutto per lavoro. La storia del “telefonino”, come veniva chiamato a metà degli anni 2000, è cominciata molto tempo fa e si è evoluta con l’evoluzione della tecnologia IT.
Breve storia del cellulare: dalla prima chiamata agli smartphone moderni
Correva il 1973 quando un ingegnere della Motorola, Martin Cooper, in un giorno di aprile, fece la prima chiamata da un cellulare di oltre un chilo e che necessitava di 10 ore di ricarica per una chiamata di 30 minuti: il primo, piccolo passo verso la modernità.
Ci sono voluti 10 anni per arrivare al Motorola DynaTAC: costoso e pesante, garantiva 30 minuti di conversazione e la possibilità di salvare 30 numeri di telefono. Il device era rivolto a una precisa nicchia: imprenditori e manager. Di certo, eravamo ancora ben lontani non solo dagli smartphone moderni, ma anche solo dall’idea di un telefono a costi accessibili da utilizzare nella quotidianità.
Accanto a Motorola, altre aziende si lanciano nel settore della telefonia mobile: Nokia, che prima di una spaventosa caduta è stata a lungo uno dei brand più importanti del settore, nel 1989 immette sul mercato Mobira Cityman900, 800 grammi di telefono che arrivava ai 50 minuti di conversazione con una sola ricarica di 4 ore.
Nel 1997, la stessa casa finlandese lancia il 6110, un modello che piano piano si avvicinava all’idea di cellulare moderno e popolare. Gli sms cominciano a diventare un mezzo di comunicazione diffuso e Snake un passatempo quasi ipnotico.
Motorola, intanto, non sta a guardare e nello stesso anno immette sul mercato il leggendario StarTAC, il cellulare a conchiglia per antonomasia, che ebbe un’enorme diffusione e pesava solo 88 grammi.
Un paio di anni dopo entra sul mercato un telefono che, fino a pochi anni fa, è stato uno dei modelli più amati: il Blackberry, prodotto dalla RIM, aveva la peculiarità della tastiera completa, che ne faceva una sorta di mini-pc. La tastiera QWERTY fisica oggi ci appare quasi antiquariato, ma per l’epoca fu una piccola rivoluzione.
Quella che invece è stata una grande rivoluzione risponde al nome di Nokia 3310, un cellulare che ancora oggi rappresenta un’epoca meglio di qualsiasi altro dispositivo. Solido, piacevole esteticamente (e sappiamo quanto conta il design nel settore), abbordabile nel prezzo e con il leggendario Snake incorporato: successo garantito.
E dopo l’arrivo delle prime, primordiali fotocamere, del lettore mp3, degli schermi a colori e (ancor prima) delle suonerie polifoniche, ecco l’enorme rivoluzione dell’iPhone: Steve Jobs presenta al mondo il primo modello nel 2007.
La sua nuova idea di cellulare si basa su una tecnologia “user-friendly” e un concetto diverso dal resto dei prodotti sul mercato: un telefono evoluto, che permettesse di fare tutto ciò che facevano un pc o un tablet, con uno schermo tattile e soprattutto smart, che potesse contenere tutta la vita di una persona in pochi centimetri di telefono.
Tutti gli altri produttori, in particolare Samsung, si adattarono alla visione di Apple – vedi il lancio di Android, un’altra rivoluzione, alla fine del 2007 – e di lì agli smartphone moderni il passo è stato breve: nel 2011 il lancio del Samsung Galaxy Note sdoganò lo schermo grande (all’epoca 5,3 pollici, oggi ben più grandi) e piano piano migliorarono tutte le caratteristiche degli smartphone (non più “telefonini”, ben più di un “cellulare”), dalla fotocamera alla risoluzione dello schermo, fino alla capacità di memoria.
Il futuro appare segnato dalla diffusione, sempre più capillare, della rete 5G, dai telefoni pieghevoli come il Galaxy Fold oppure allungabili e dalla crescita del cloud computing. A dettare i cambiamenti sarà come spesso succede Apple, vedi la nuova versione di iMessage.
Quel che è certo è che lo smartphone è parte della nostra vita quotidiana e difficilmente nei prossimi anni la faccenda cambierà. Al contrario, saranno sempre di più le attività che demanderemo allo smartphone. Un bene? Un male? Non ci resta che attendere.
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