venerdì, Novembre 15, 2024

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Le Nazioni Unite, i rifugiati e lo spazio

Se l’obiettivo delle Nazioni Unite, attraverso il programma Sustainable Development Goals, è ridurre la povertà e la povertà estrema del pianeta solo del 50% e non eliminarle, sarà una sfida difficile da realizzare entro il 2030; Le crescenti migrazioni di persone in miseria in tutto il mondo a causa della fame, dell’insicurezza, delle morti casuali, della distruzione di città e paesi rurali a causa di guerre interne e dei paesi vicini rimangono incontrollate. E il pool globale di armi continua a crescere nel Primo Mondo, che vede il disastro con scetticismo. In tonnellate, il cibo viene sprecato a causa della sua data di scadenza e/o avanzi di ristoranti e hotel che si preferisce gettare in discarica. Libia, Afghanistan, Siria, Yemen, Palestina e Venezuela sono alcuni esempi. Ma i paesi ricchi e potenti continuano a produrre e vendere freneticamente armi, stando attenti a non ridurre il proprio PIL. Il loro potere aumenta con il tasso di disuguaglianza e ingiustizia, e si sforzano di sviluppare la loro folle corsa allo spazio con crescente attenzione con le enormi spese che crescono ogni anno nella speranza di trovare la vita su altri pianeti. Ora proclamano “Vai su Marte, forse nella speranza che quelle élite scappino da questa terra che stanno distruggendo e dalla sua gente sempre più violentemente discriminata o per scacciare tanti senzatetto affamati e porre fine ai rifugiati. L’India ha recentemente aderito al club di nazioni spaziali, dove vive il 50% della sua popolazione nella miseria, nella fame, nell’emarginazione e nella diffusa malnutrizione tra i bambini.

Ingegnere Jorge Naziri