Un recente allarme di genere emesso da UN Women ha elogiato il lavoro delle entità guidate dai palestinesi che operano in alcune delle aree più pericolose e difficili di Gaza e della Cisgiordania.
Il testo aggiunge che “la loro ampia portata a livello comunitario le mette in condizioni migliori per raggiungere le donne e le ragazze più bisognose”, avvertendo anche del continuo deterioramento delle condizioni di sopravvivenza di base delle donne nei territori occupati.
L’allarme ha rivelato che oltre l’80% degli intervistati a Gaza ha dichiarato di dipendere dagli aiuti alimentari, mentre l’83,5% ritiene che l’assistenza ricevuta sia insufficiente a soddisfare i bisogni primari della famiglia.
Dopo aver consultato 25 entità guidate da palestinesi, UN Women ha insistito sul fatto che, nonostante la grave situazione, queste organizzazioni sono in prima linea nella risposta umanitaria attraverso una rete di 1.575 funzionari a Gaza e in Cisgiordania.
L’89% delle formazioni incluse nello studio hanno subito danni alle sedi, mentre il 35% di esse ha subito la completa distruzione.
Tuttavia, l’analisi ha rivelato che il 60% ha mostrato la volontà di lavorare a pieno regime con un chiaro impegno nei confronti della propria comunità.
L’Agenzia delle Nazioni Unite per la protezione delle donne ha invitato la comunità internazionale e le parti interessate a intraprendere azioni decisive per sostenere queste misure.
Inoltre, ha chiesto un finanziamento attivo delle organizzazioni guidate da donne e un maggiore accesso umanitario per consentire loro di aumentare le loro risposte salvavita.
Allo stesso modo, ha chiesto che queste iniziative siano incluse in tutte le strutture di coordinamento umanitario per garantire una risposta veramente efficace e globale.
Il testo considera che il ruolo di queste formazioni sarebbe vitale per proteggere i gruppi più vulnerabili e ricostruire Gaza.
“Investire nella loro resilienza non è solo importante, è fondamentale per una risposta globale che non lasci indietro nessuno”, ha aggiunto Sima Bahouth, direttore esecutivo di UN Women.
nbg/ebr
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