È costato più di sei mesi. Ma dopo quasi sette mesi di bocciatura, il Comune di Barcellona ha avanzato la sua proposta affinché la scuola Paidea, situata nel quartiere di Les Corts, possa mantenere il suo cortile. Questa nuova proposta consente alla scuola di conservare 386 mq di spazio ricreativo, dove è stato realizzato il campo sportivo.
Tuttavia, il consiglio formula una condizione: che venga installata una recinzione che separi questo spazio dal resto della scuola in modo che possa essere utilizzato dal pubblico durante le ore non scolastiche. Questa condizione sarà in vigore mentre le procedure per la restituzione del terreno alla scuola si svolgeranno per circa un anno.
La concessione dello spazio, che l’amministrazione comunale ha rinunciato otto anni fa e che ha costretto Paedia a smantellare e tornare allo stato originario nell’aprile 2023. Il provvedimento sarà temporaneo, fino a quando non saranno attuate le procedure di rinnovo della convenzione.
Secondo fonti del centrodestra, contrariamente a quanto discusso nelle trattative precedenti, la proposta questa volta prevede la restituzione del terreno alla scuola, che è uno dei loro principali interessi e per la quale si chiedevano tappe programmate. E non sarà necessario smantellare l’attrezzatura, cioè il campo sportivo, durante il periodo del procedimento. Questi costi erano, inizialmente, a carico della scuola.
spazio pubico;
Paideia richiede che la libertà vigilata venga contratta durante l’orario extrascolastico
L’installazione del cancello sarebbe di competenza del Comune, ma questi 386 metri quadrati diventerebbero uno spazio pubblico non presidiato al di fuori dell’orario scolastico per circa un anno. Fino ad ora faceva parte del programma Patis Oberts ed era aperto al di fuori dell’orario scolastico, ma è monitorato. Queste condizioni saranno mantenute solo il sabato.
Il direttore di Paideia, Maribel Madrid, afferma: “È meglio che distruggere il cantiere e doverlo rinunciare. Restituirlo dopo è un testamento, ma non è esattamente quello che volevano i genitori”. Per questo la proposta è in discussione nell’Associazione delle Famiglie (AFA). A quel punto la scuola, con gli alunni con disabilità fisica e/o psichica, chiede che un tecnico intervenga per valutare la “idoneità della recinzione” e che “si stipuli un accordo di impegno con tutti i dettagli della procedura: calendario, costi economici, pulizia e manutenzione del locale”.
Chiedono anche a Paideia di assumere qualcuno per monitorare lo spazio quando è di uso pubblico, anche se fonti della scuola sostengono che, nonostante la sua richiesta, “non sembra che possa esserlo”. Da parte sua, il consiglio comunale ha promesso di inviare un tecnico e studiare la stesura della relazione. Gli urbanisti dichiarano che questa proposta è l’unico modo per avviare le procedure di pianificazione territoriale.
Il problema è che non esiste un periodo di riposo
La situazione si aggrava quando si ha a che fare con bambini che hanno difficoltà fisiche e/o mentali
In termini di contesto, il problema attuale sono le difficoltà nel rinnovare questo contratto aggiuntivo di otto anni. Lo spazio era stato designato come area verde e doveva essere riclassificato e trasferito in strutture, il che comportava un iter burocratico che, come tale, comportava rischi dispendiosi in termini di tempo. Poiché questa procedura non è stata eseguita in questi otto anni, è diventato legalmente impossibile rinnovarlo se non ha lo status di attrezzatura, come confermato dal consiglio comunale.
Per questo la provincia di Les Corts y Urbanismo ha chiesto, come riportato dall’Associazione Familiari del Centro (AFA), di restituire il terreno nelle sue condizioni originarie per un periodo di due anni per riclassificarlo. Questa possibilità di perdere una pausa diventa ancora più preoccupante quando i bambini hanno, come nel caso, una sorta di disabilità fisica e/o mentale. “Il loro livello di stress può subire un duro colpo quando cambi qualcosa nella loro routine. Quando arrivano le vacanze, è un dramma”, ha detto il presidente dell’AFC Montsi Filguera, aggiungendo che “se l’intenzione è riportare il terreno, non punirmi per la lentezza della vostra burocrazia.”
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