giovedì, Novembre 14, 2024

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L’Argentina ribadisce il suo impegno nella lotta ai crimini contro l’umanità

Nella Giornata internazionale degli scomparsi e dei detenuti, l’organizzazione ha confermato che continuerà a lavorare per risarcire i danni causati alle vittime e per punire i responsabili di queste gravi violazioni.

E una pubblicazione della Segreteria Generale nel suo profilo ufficiale sul sito social Twitter affermava che questa data, celebrata dal 2010 da una risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, mira a “onorare la memoria degli scomparsi e chiedere il diritto alla verità e alla giustizia”.

Dopo il colpo di stato del 1976 contro il governo di Maria Estela Martinez de Perón, questo paese ha vissuto i momenti più bui della sua storia sotto una dittatura militare che, fino al 1983, ha causato la scomparsa, il rapimento, la tortura e l’omicidio di oltre 30.000 cittadini.

Con decreti di Raúl Alfonsín (1927-2009, il primo presidente dopo il ritorno della democrazia), nel 1983 è stata istituita la Commissione nazionale per le sparizioni di persone.

Nel 1985 fu lanciata l’operazione contro i responsabili di questi crimini, tra cui Jorge Rafael Videla, Emilio Eduardo Macera, Orlando Ramon Agosti, Roberto Eduardo Viola, Armando Lamprushini, Omar Domingo Rubens, Leopoldo Galtieri, Jorge Anaya e Basilio Lami Dozo.

La Camera Federale ha condannato Videla e Macera all’ergastolo; Agosti fu imprigionato per quattro anni e sei mesi; a Viola a 17; e lambroscini a otto; Nel frattempo sono stati assolti Graffigna, Galtieri, Anaya e Lami Dozo.

Il verdetto di cinque dei nove imputati è stato considerato un fatto storico e contro l’impunità del terrorismo di Stato.

Ma i parenti e gli amici delle migliaia di vittime hanno continuato a chiedere continue indagini e giustizia per tutti i responsabili dei crimini commessi.

Come ha sottolineato la giornalista e scrittrice Stella Calloni in diversi articoli sull’argomento, di fronte alle pressioni militari e politiche, nel 1986 e nel 1987 il Congresso approvò le leggi sulla dovuta obbedienza e la sospensione assoluta, lasciando impunemente centinaia di imputati.

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I capi militari rimasero in prigione, ma l’ex presidente Carlos Menem (1930-2021) fu graziato nel 1989 e nel 1990.

Dopo essere arrivato al governo nel 2003, Nestor Kirchner (1950-2010) ha messo in atto misure per separare i responsabili di quegli eventi dalle forze armate, trasformando i centri di detenzione segreti e abrogando le leggi che consentono ai trasgressori di evitare condanne corrispondenti.

Da allora, più di 500 ex soldati e agenti di polizia sono stati perseguiti per crimini contro l’umanità durante la dittatura.

mg/gas