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La Scala di Milano ha aperto la sua stagione in grande stile e con un’opera russa

Questo contenuto è stato pubblicato il 06/dic/2022 – 13:04

Gonzalo Sanchez

Milano (Italia), 6 dicembre (EFE). – Il Teatro alla Scala di Milano (Nord) aprirà domani in grande stile la sua stagione lirica, con tanti volti noti della cultura e delle istituzioni italiane ed europee che potranno godere nello specifico di un’opera russa: “Boris Godunov”, la storia di colpi di stato al tempo dello Zar.

Come ogni anno per Sant’Ambrosio, patrono della città, questo tempio poetico e cosmopolita alzerà il sipario alle 18:00 ora locale (17:00 GMT) per presentare la sua tradizionale “prima”, questa volta una versione di ” Boris Godunov” (1868), l’adattamento lirico del compositore russo Modest Petrovich Mussorgsky di un’opera di Alexander Pushkin.

Il lavoro, che promette una produzione impressionante, sarà diretto da Riccardo Chile e avrà come scenografia Dane Kasper Holten, oltre alle voci del baritono Eldar Abdrazakoff, del mezzosoprano Lili Jorstad e del soprano Anna Denisova.

L’evento riunisce da sempre la politica più eletta, il mondo degli affari e della cultura, ed è senza dubbio una delle date segnate in rosso nel calendario culturale del Paese.

Così, ancora una volta, sarà guidata nuovamente dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, accompagnato dalla Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, e dal Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, che appare per la prima volta in questo “serata” nella spedizione.

Il regista Luca Guadagnino, lo scrittore Alessandro Baricco e l’architetto Stefano Boeri, tra gli altri, passeranno anche dal “Permarini”, come è chiamato questo teatro, a due passi dal colossale Duomo di Milano.

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In questa occasione sono stati invitati rappresentanti di altri teatri europei e hanno confermato la loro presenza il Direttore Artistico del Teatro Real Madrid, Joan Matapoch, e il Direttore Generale del Liceu di Barcellona, ​​Valente Oviedo.

Un dettaglio importante è che “Prima” si svolgerà nel bel mezzo dell’invasione russa dell’Ucraina e con un’opera russa scelta per l’occasione tre anni fa le autorità della Scala decisero di tenerla perché, secondo il suo direttore, Dominique Mayer. Non vogliono rifiutare la cultura di un paese delle dimensioni della Russia.

La motivazione di Mayer nella messa in scena dell’opera: “Non sono disposto a nascondermi quando leggo Dostoevskij o Pushkin”.

Il teatro ha condannato a lungo l’invasione dell’Ucraina, e infatti a marzo, una settimana dopo l’inizio del conflitto, ha licenziato il regista Valery Gergiev, che avrebbe diretto La dama di picche, non esprimendosi contro la guerra.

Ora interpreterà Boris Godunov, un’opera ambientata nel 1598 che racconta la convulsa storia di un boiardo (un nobile russo) incoronato con gli onori dopo la morte dello zar Fedor ma accusato di aver orchestrato l’assassinio del legittimo erede al trono, Dmitry .

Questo dramma nel suo più puro stile shakespeariano è stato il primo lungometraggio di Musogskij, nato in una famiglia di proprietari terrieri e finito nella musica dopo aver abbandonato la carriera militare, precipitato in una vita di pericolo e minato dall’alcol e dalle crisi epilettiche.

La Scala ha invece ripristinato il suo celebre cenone dopo la “Prima”, interrotto negli ultimi anni a causa delle ristrettezze dell’epidemia, e quest’opera sarà trasmessa dalle televisioni pubbliche in vari Paesi del mondo, dall’Europa al Giappone. , così come nei cinema in Spagna, America Latina e Australia. EFE

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GSM/MR/JACK

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