lunedì, Dicembre 16, 2024

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Sanchez e altri tre primi ministri Ue chiedono all’Unione una posizione “chiara e comune” su Gaza: “È in gioco la nostra credibilità”

Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez e altri tre primi ministri dell’Unione europea (il belga Alexander De Croo, l’irlandese Leo Varadkar e il maltese Robert Abella) hanno inviato oggi, sabato, una lettera al presidente del Consiglio europeo Charles e hanno invitato Michel a una “discussione seria” in seno al Consiglio europeo. Consiglio europeo della prossima settimana con l’obiettivo di concordare una “posizione chiara” “e congiuntamente sul conflitto” nei ventisette Paesi.

“Due mesi dopo l’inizio delle ostilità, il bilancio delle vittime e la terribile situazione umanitaria hanno raggiunto livelli allarmanti”, si legge nella lettera. “Questi sono tempi bui per milioni di persone in Palestina e Israele. Gli episodi di antisemitismo sono riemersi in tutta Europa e non possiamo tollerarli”.

Dopo aver sottolineato la loro condanna degli attacchi di Hamas contro il territorio israeliano e aver insistito sul fatto che Israele ha il diritto di difendersi “nel quadro del diritto internazionale e umanitario”, i quattro leader hanno chiesto all’Unione Europea di “andare oltre”.

I primi ministri vogliono che l’Unione Europea adotti tre posizioni: in primo luogo, chiedere un cessate il fuoco umanitario “permanente” che “potrebbe portare alla fine delle ostilità”.

La seconda è “adottare immediatamente misure efficaci per proteggere i civili innocenti”. Nella lettera si sottolinea che “gli aiuti umanitari devono raggiungere coloro che ne hanno bisogno in modo sostenibile e in quantità sufficiente”. “Impedire che gli aiuti raggiungano i civili sarebbe contrario al diritto internazionale”.

La terza opzione, e forse la più controversa, è quella di “aprire un processo politico per raggiungere una soluzione a due Stati” e “fornire sufficiente sostegno finanziario e politico all’Autorità Palestinese per controllare Gaza”, che, come dicono, “è anche importante.” Vitale per la sicurezza di Israele. “Non puoi tornare indietro la situazione attuale Il messaggio indica che prima del 7 ottobre.

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Le tre posizioni contraddicono le intenzioni espresse da Israele.

Invita inoltre i primi ministri a “vietare gli spostamenti in aree specifiche e a congelare i beni dei coloni violenti che attaccano le comunità palestinesi sfollate” al fine di “evitare un’escalation in Cisgiordania”.

I quattro leader europei hanno sollecitato lo svolgimento di una conferenza internazionale di pace con le parti “il più presto possibile”, come concordato dal Consiglio europeo il 26 ottobre. Sottolineano che “la prospettiva credibile del riconoscimento di uno Stato palestinese, accanto allo Stato di Israele, è la base per il progresso verso il riconoscimento reciproco, la pace e la sicurezza nella regione”.