È molto comune che tutte le società sportive cerchino di ottenere la massima redditività possibile, e quando si parla di una categoria che muove milioni di euro come la Formula 1, è logico che i suoi proprietari cerchino di tenere tutto sotto controllo. Ma sembra che il torneo abbia avviato una sorta di persecuzione contro i creatori di contenuti online per impedire loro di trarre profitto a sue spese con i nomi utente in cui appare il loro marchio.
Sono queste le ultime indiscrezioni che circolano tra i cosiddetti internet influencer, alcuni dei quali hanno già cominciato a cambiare nome per evitare problemi legali, come noto. Bordo. Tra le modifiche più notevoli avvenute in “F1r ragazze“, il podcast che è diventato”Progetto Baddock“, anche se non ha dichiarato il motivo del suo cambiamento come un messaggio dal grande circo, ma piuttosto riflette la sua nuova filosofia di “Dove stiamo andando?”.
Tuttavia, da allora non fu l’unico Michaela Costarasnoto anche come “lei ama f1Sembrava lasciar intendere di aver ricevuto dei suggerimenti per cambiare il suo nome utente, spiegando ai suoi follower che avrebbero dovuto “immaginarsi” il motivo per cui non può inviare ticket, cosa molto comune per lei, e ha detto: “Ecco è un motivo per cui tutti stanno cambiando il proprio marchio, non solo per divertimento.
Quindi ora devi farlocom“Come sostantivo, mentre Tony Quan Brown Ha confermato in una registrazione di aver “sentito voci” per circa sei mesi su alcuni dei messaggi inviati ai creatori di contenuti perché la Formula 1 “tiene presente coloro che usano e traggono vantaggio dal suo marchio”, così come coloro che cercano per unirsi al campionato e acquisire maggiore influenza.
Per questo si alzò Confronto con l’NBAdove il suo commissario, Adam Silver, è arrivato al punto di spiegare perché a tutti era permesso usare abbreviazioni conosciute, anche usando video di partite vere, perché questo avvantaggiava in termini di marketing raggiungendo il massimo pubblico.
La Formula 1 non ha risposto alle domande di The Verge su questo motivo.Ma questa non è la prima volta che vuole risolvere la questione, dato che in passato ha inviato “lettere legali” a Lewis Hamilton per smettere di usare i video del torneo stesso sui suoi social network, nonostante l’acquisizione da parte di Liberty Media. Tutto sembra essersi un po’ calmato.
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