Martedì 16 luglio 2024 alle 08:08
Una delle virtù del videogioco come sistema artistico è il potenziale estetico che racchiude a diversi livelli. Elementi visivi, audio e meccanici si uniscono per creare un numero infinito di possibilità narrative. Come mezzo di espressione, è unico: non solo è in grado di catturare e visualizzare elementi di altri media (come la pittura, la musica, la performance…), ma è più della somma delle sue parti. Offre qualcosa di radicalmente diverso.
Per l’industria dell’intrattenimento elettronico giapponese, la cultura giapponese è una fonte di ricchezza straordinaria per tutto ciò che comporta. Non solo per il suo passato storico feudale noto per le sue numerose icone, ma anche per tutta una serie di figure leggendarie che si potrebbero contare. È qui che entra in gioco Capcom, una delle aziende più importanti del settore, che soprattutto negli ultimi anni ha conquistato una copertura su scala internazionale, aiutando alcuni dei suoi franchise specializzati a diventare un riferimento per il grande pubblico.
Ciò che risalta di più in Kunitsu-Gami: Path of the Goddess è la sua forte prima impressione estetica: il nuovissimo titolo d’azione non esita a inondare lo schermo con forme colorate. Tanto che basta uno sguardo per travolgere: un’ambientazione fantastica, ricca di elementi classici della mitologia giapponese, dove il realismo brilla per la sua assenza e ciò che risalta maggiormente è il fascino del reparto artistico che, a detta dell’azienda stessa, continua sulle orme di franchise come Okami o il più recente Shinsekai.
La premessa del gioco è abbastanza semplice: una montagna sacra è stata corrotta dagli umani e innumerevoli orde di creature malvagie ne sono attratte. Per aiutare la Sacerdotessa della Montagna, siamo stati convocati come avatar per purificare le sue terre. Come guardie samurai, proteggeremo i suddetti con una spada pulita, un discreto numero di abilità di combattimento intervallate da meccaniche di hack-and-slash e attraverso alcuni scenari stucchevolmente dettagliati.
Oltre a tutte le caratteristiche che questa tipologia porta con sé, Kunetsu aggiunge un certo elemento strategico alla capacità di comandare unità combattenti in modo che, col tempo, il confronto diventi meno stressante; Questi semplici moduli possono essere migliorati man mano che procediamo, il che ci permetterà di illustrare alcune strategie. Nel complesso, non è affatto un gioco difficile, anche se i boss finali (che sono molto ispirati ai giochi arcade) causeranno problemi ai giocatori meno preparati.
Alla fine, anche se Kunitsu non sarà uno degli sviluppi più importanti dell’anno, catturerà l’attenzione (e convincerà i boss) di ogni fan dell’universo giapponese.
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