Italia e Svizzera danno il via agli ottavi di finale questo giovedì in un pareggio tra i campioni in carica, che hanno giocato avanti e indietro per anni e sono alla ricerca della gloria che li ha sfuggiti per un decennio. È stata la sorpresa svizzera a sfiorare la vetta del girone ed è stato il risultato eccezionale con gli Azzurri.
Nelle 59 partite tra le due squadre nella storia, la Svizzera ha vinto solo 8 volte contro le 28 dell’Italia. Non nel 21° secolo. Il primo nel 1991. Anche 1920, 1934, 1939, 1954 -2 volte-, 1982 e 1993. Una storia irregolare ora non riflette il vero status delle due squadre.
L’ultima volta che si sono affrontati in una competizione ufficiale è stato nella fase a gironi dell’ultima Coppa dei Campioni, dove ha vinto l’Italia. Era 3-0 a favore degli italiani. Ma quel torneo era un’oasi nel deserto dove il Nacional si è ritrovato tra i disastri dei Mondiali del 2018 e del 2022, eventi a cui non ha partecipato.
Ora, sotto il comando di Luciano Spalletti, in un piano a lungo termine in costruzione, l’Italia sta cercando di ritrovare quella stabilità di cui ha bisogno per posizionarsi nuovamente tra i contendenti. Fuori dall’elenco dei favoriti, la Croazia di Luka Modric ha avuto la fortuna di evitare la parte meno amichevole del pareggio con un gol su corna di Mattia Zaccagni, certificando matematicamente un passaggio al 95′ per evitare scontri con Spagna, Portogallo e Francia. , Germania e Belgio.
Ma contro la Svizzera sarà dura, perché non può contare su Riccardo Calafiori, difensore centrale del Bologna, che chiuderà il ciclo dei gialli. E’ lui l’unica vittima, seppure dolorosa, della perseveranza di Spalletti nel piano di lotta dell’Azzurra, e la sua posizione sarà contesa da Gianluca Mancini e Alessandro Buongiorno, indipendentemente dal piano, che dovrebbe essere ancora a 3 core. -Backes, come contro la Croazia, è stato diverso rispetto alle prime due giornate contro Albania e Spagna.
La Svizzera, che era vicina al primo posto nel girone, ha tenuto la situazione in mano fino ai tempi supplementari, quando il tedesco Niklas Fulkrug ha ripristinato il pareggio per i tedeschi, che con la sua eccellente prestazione è stata una delle grandi sorprese della fase a gironi. . Hanno subito solo 3 gol, uno a partita, e hanno segnato un totale di 5 gol. Contro l’Italia avranno gli stessi undici delle prime tre giornate.
La lotta tra il campione in carica e una delle sorprese sembra essere addirittura con un vantaggio storico per l’Italia, ma con l’incertezza del momento attuale passa. La squadra vincente, se batte la Slovacchia, accederà ai quarti di finale contro l’Inghilterra.
Dal canto loro, Germania e Danimarca sono le potenziali rivali della Spagna ai quarti di finale, mentre la Svezia si incontrerà a Dortmund per ricreare la finale del 1992 32 anni dopo con uno scontro generazionale tra due uomini chiave, Ilkay Gundogan e Christian Eriksen. Potrebbe firmare l’ultima partita di Coppa degli Europei, in cui le rispettive squadre lottano per rinviare l’addio di altri nomi famosi.
Nell’atmosfera dei padroni di casa, i campioni dichiarati della Danimarca sono volati via quando la partita è stata convocata per l’assenza della Jugoslavia, a cui non è stato permesso di partecipare agli Europei del 1992 a causa della guerra. Quella storia, che dura da più di tre decenni, non è stata vissuta da nessuno dei giocatori in campo questo sabato, ed è una piccola battaglia che interessa solo alla stampa e ad alcuni fan veterani.
Tra tutti i nomi nati, anche Gundogan ed Eriksen sono apparsi durante la finale, vinta dalla Danimarca 2-0. Entrambi lotteranno per l’ultimo passaggio, per regalare all’altro la vittoria su un piatto e suggellare il passaggio delle rispettive squadre al turno successivo. Il primo, 33 anni, e il secondo, in viaggio, si incontreranno faccia a faccia in una battaglia decisiva per gli interessi di Germania e Danimarca. E, probabilmente, sarà l’ultimo in un Europeo e anche in un torneo importante, perché gli anni non sono sprecati se non ti chiami Luka Modric, Pepe o Cristiano Ronaldo.
Gundogan ed Eriksen sono entrambi molto importanti per le loro squadre. Giocano, fanno giocare le persone e persino rompono i giochi. E, per ora, in questo Europeo, Gundogan ha primeggiato grazie all’ottima prestazione della sua squadra, che si è contesa il titolo con due importanti vittorie contro Scozia (5-1) e Ungheria. (2-0) e il pareggio contro la Svizzera (1-1) nella terza partita hanno sollevato dubbi.
Ossessionato dal fantasma di un infarto subito all’ultima Coppa dei Campioni, Eriksen ha chiaramente giocato il suo calcio ma è stato punito dagli insuccessi della sua squadra, che ha controllato bene il ritmo del gioco ma non ha funzionato bene. Il suo dominio con i gol. I loro predecessori Jonas Wind e Rasmus Hjlund devono ancora scendere in campo, e lo stesso Eriksen ha un po’ mascherato l’assenza dei suoi uomini di riferimento in attacco.
Come Gundogan, anche i suoi compagni di squadra Manuel Neuer (38 anni) e Toni Kroos (34) si trovano nella stessa situazione di altri nomi famosi del calcio, come il portiere danese Kasper Schmeichel (37). Gundogan, come tutti gli altri, non vuole dire addio all’Europeo e spera di regalare una vittoria ai suoi tifosi con qualche novità nell’undici tedesco.
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