martedì, Dicembre 17, 2024

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Italia | Il boss mafioso Matteo Messina Tenaro è in coma irreversibile Video Cosa Nostra Cancro al colon Ultime | il mondo

Cosa Nostra, ex capo della mafia siciliana, Matteo Messina TenaroArrestato a gennaio dopo 30 anni, resta in coma irreversibile all’ospedale dell’Aquila (centro), dove era stato recentemente trasferito dal carcere.

I medici hanno deciso oggi di sospendere la sua dieta e, secondo i media locali, dal 12 settembre le cure sono state sospese e sono state utilizzate solo cure palliative.

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Il 61enne della banda era malato di cancro al colon da tre anni ed era stato arrestato il 16 gennaio scorso mentre si recava in una clinica del capoluogo siciliano per la chemioterapia. Palermo.

Successivamente è stato portato nel carcere di massima sicurezza dell’Aquila (centro), ma dopo che le sue condizioni sono peggiorate, le autorità hanno deciso di trasferirlo nel reparto detenuti dell’ospedale della città tra misure di sicurezza rafforzate.

Accusato A “Volontà biologica” Oppure in un testamento, secondo le stesse fonti, chiede che la sua vita non sia prolungata da cure o macchinari.

L’8 agosto è stato operato per un’ostruzione intestinale ma, nonostante l’esito positivo dell’intervento, le sue condizioni sono peggiorate “Continua peggio” Per il cancro.

Una banda conosciuta con soprannomi come “Diabolik” Uno “A te Chi”È il criminale più ricercato d’Italia dal 1993 per diversi crimini e per la sua partecipazione a una sanguinosa stagione di attentati all’inizio degli anni ’90, tra cui l’uccisione nel 1992 dei giudici antimafia Giovanni Falcone e Paolo Porcellino.

In seguito divenne il latitante più ricercato in Italia e uno dei più pericolosi a livello internazionale, e il suo arresto dopo una complessa indagine fu celebrato come storico nel Paese.

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Tuttavia, dopo il suo arresto, si è saputo che si nascondeva nel comune di Campobello di Massara (Sicilia, Sud), vicino alla sua città natale di Castelvetrano, e che, secondo gli scontrini dei ristoranti, viveva una vita quasi normale. Oggetti trovati nella sua grotta.

Allo stesso modo, la rete di collaboratori che lo avrebbero insabbiato Sicilia: dalla sorella Rosalia, all’autista Giovanni Lupino, al medico personale Alfonso Dumbarello, o alla famiglia Bonafate, come gli venne dato il cognome.

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