lunedì, Dicembre 16, 2024

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Incrementare l’export italiano verso i Paesi extra Unione Europea

Un rapporto pubblicato questo martedì dall’Istituto nazionale di statistica (Istat) ha anche indicato che l’aumento delle vendite a questi paesi si è verificato in tutti i settori industriali, ad eccezione di quelli legati all’energia e ai beni strumentali, che sono diminuiti del 12,0 e del 9,2 per cento. rispettivamente.

I principali incrementi delle esportazioni nel primo mese di quest’anno si sono verificati nel settore dei beni intermedi, con un incremento del 9,6 per cento, mentre nelle importazioni il calo ciclico è stato generalizzato, ma più ampio nell’energia, in calo di 19,4 punti percentuali. .

Tra novembre 2022 e gennaio 2023, le vendite verso i paesi extra UE sono aumentate del 5,8 rispetto al trimestre precedente, trainate principalmente da un aumento delle vendite di beni strumentali e beni di consumo non durevoli, con incrementi di 13,1 e 4,9 punti percentuali.

Lo studio indica che le importazioni hanno registrato nello stesso periodo un calo economico del 14,8%, trainato in particolare da un calo degli acquisti di energia del 24,1% e del 10,7% degli acquisti di beni intermedi.

Nonostante un aumento delle esportazioni e una diminuzione delle importazioni, la bilancia commerciale dell’Italia con i paesi extra UE a gennaio 2023 è stata negativa per 1.359 milioni di euro, un dato molto inferiore ai 5.284 milioni registrati nello stesso periodo dello scorso anno.

In quel mese, ci sono stati aumenti annuali delle esportazioni verso quasi tutti i principali paesi partner al di fuori della comunità regionale, principalmente verso la Cina, del 137,5 per cento, e verso la Turchia, del 46,9 punti percentuali.

Tuttavia, il calo delle esportazioni verso la Russia è aumentato del 37,0%, così come gli acquisti da quel paese, che a quel punto erano diminuiti del 67,3%.

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Le importazioni italiane dagli Stati Uniti sono aumentate di 35,1 punti percentuali e quelle effettuate dai Paesi che compongono il Mercosur del 30,1 per cento, mentre gli acquisti da Cina e Turchia sono diminuiti rispettivamente del 18,7 e del 10,3 per cento, aggiunge l’analisi Istat.

jha/ort