venerdì, Novembre 15, 2024

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Il Vaticano pagherà all’Italia 9 milioni di euro di tasse nel 2023

Nel 2023 il Vaticano ha versato all’erario italiano 9 milioni di euro tra Uem e Ires. È quanto emerge dal bilancio recentemente pubblicato dell’Absa, l’amministrazione del patrimonio della Sede apostolica, che gestisce il patrimonio immobiliare della Santa Sede, per un totale di 4.249 beni immobili tra fabbricati, appartamenti, terreni e negozi ubicati principalmente a Roma e nel Lazio. La gestione della tesoreria della Santa Sede comprende beni mobili, questi ultimi investiti dalla rinnovata gestione dei suoi fondi in obbligazioni internazionali, titoli a reddito fisso e altre attività finanziarie, ma il tutto secondo i principi del basso rischio e della teoria sociale. della chiesa. L’obiettivo è generare rendimenti superiori, diversificare gli investimenti e distribuire i rischi nell’ambito del mandato del Comitato per gli investimenti.

Una politica fatta propria direttamente da Papa Francesco per affrontare un periodo caratterizzato da difficoltà finanziarie. Per il suo sostegno, il Vaticano fa affidamento soprattutto sulle donazioni (che stanno diminuendo) e sulla gestione delle sue proprietà.

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L’Absa, guidata dall’arcivescovo Giordano Piccinotti, ha deciso di riequilibrare la propria politica di investimenti a seguito degli impatti economici negativi degli ultimi anni, prima la pandemia e poi l’instabilità geopolitica (guerra in Ucraina e Medio Oriente). “Un’asset allocation prudente” offre rischio e profitto nel medio e lungo termine.

“Nel 2023, alla luce delle prospettive ancora incerte, si è privilegiato un approccio più difensivo, caratterizzato da una minore esposizione alle azioni (circa 18% e 8% componenti di asset alternativi), un portafoglio a reddito fisso con scadenza media ridotta di circa 4 anni e un elevato livello di liquidità precauzionale (circa il 50%) del futuro della Santa Sede e le incerte responsabilità finanziarie e cambiamenti nell’amministrazione, legate alla nuova Costituzione apostolica» si legge in un sunto del bilancio.

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Il dato più importante emerso è il risultato finale, che ha registrato un utile di 45,9 milioni di euro. Ha potuto fornire 37,9 milioni di euro per l’opera del Papa sostenendo la Curia (nel 2022 erano 32,27 milioni di euro). “Queste decisioni – spiega Picinotti – sono state prese con l’auspicio di continuare a lavorare per aumentare i flussi di entrate, coprire i costi, senza incidere sul patrimonio della Santa Sede e senza prevedere la vendita di beni aziendali”. Prosegue, tuttavia, il processo di investimento in beni non ritenuti idonei o strategici per la produzione e la gestione delle entrate destinate a coprire i bisogni della Curia.

Investimenti

Sul fronte del risparmio gestito il surplus economico è stato di 27,6 milioni di euro. Il management ha investito i fondi in obbligazioni internazionali, obbligazioni a reddito fisso e altri strumenti finanziari. Ha fornito consulenza, soluzioni finanziarie e accesso ai mercati dei capitali alla Curia e ad altre istituzioni della Santa Sede, con l’obiettivo di diversificare gli investimenti e distribuire il rischio, generando migliori rendimenti nell’ambito del mandato del Comitato per gli investimenti.

Appartamenti

La gestione immobiliare è gestita direttamente o indirettamente attraverso società interamente possedute in Italia e all’estero. Cinquemila unità immobiliari: l’Italia conta 4.249 unità, il 92% delle quali situate nella provincia di Roma. Sono circa 1.200 le unità immobiliari gestite da società di investimento all’estero (Londra, Parigi, Ginevra e Losanna) e in Italia. La gestione immobiliare registra un avanzo di 35 milioni di euro (utile operativo di 73,6 milioni di euro). La gestione – come risulta dal bilancio – si avvale di collaborazioni esterne, ma queste non riguardano la gestione diretta del patrimonio, ma solo la cessione sul mercato delle unità immobiliari sfitte nel più breve tempo possibile. Inoltre, sono stati riscritti e completati i nuovi termini di locazione, che hanno ridefinito tutte le condizioni stabilendo reciproci comportamenti e responsabilità per gli utenti. “L’algoritmo per il calcolo del fair value è stato rivisto per ottenere valori di perizia sempre più accurati e attuali. Il 19,2% degli immobili è locato a tassi di mercato libero; il 10,4% a tassi ridotti; il 70,4% a tassi zero.

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Il Messaggero