WASHINGTON, 25 mag (Prensa Latina) L’innalzamento delle temperature degli oceani causato dai cambiamenti climatici potrebbe portare a cambiamenti nella crescita e nella riproduzione dei pesci marini, secondo uno studio pubblicato oggi sulla rivista PLoS Biology.
La ricerca, condotta dalla Monash University in Australia, ha rivelato che i pesci polari soffrono di un tasso di mortalità inferiore rispetto ai pesci tropicali, il che ritarda la riproduzione finché non diventano più grandi e possono produrre più uova, il che potrebbe avere implicazioni per gli effetti del cambiamento climatico sulla sostenibilità delle popolazioni ittiche.
Secondo gli esperti, i pesci continuano a crescere per tutta la loro vita e i pesci più grandi tendono a produrre un numero sproporzionato di uova, rendendoli degni di essere allevati più tardi nella vita, mentre i pesci che maturano lentamente rischiano di morire prima di raggiungere l’età riproduttiva.
Pertanto, la teoria della storia della vita prevede che l’età in cui un pesce inizia a riprodursi dovrebbe essere influenzata dal tasso di crescita e dal rischio di mortalità della specie.
Per verificare questa ipotesi, i ricercatori hanno applicato un modello matematico esistente dell’evoluzione della storia della vita ai dati pubblicati sul peso alla nascita, sul tasso di crescita e sul tasso di mortalità degli adulti di 47 specie di pesci marini.
Hanno scoperto che i pesci tropicali subiscono l’80% in più di mortalità rispetto ai pesci polari.
I dati pubblicati sui pesci marini hanno confermato le previsioni del modello: le specie polari tendono a deporre le uova molto più tardi di quelle tropicali e il numero di uova che producono aumenta notevolmente con l’aumentare delle dimensioni del corpo.
Questi risultati indicano che il cambiamento climatico può portare a cambiamenti nella crescita e nella riproduzione dei pesci marini, poiché l’innalzamento degli oceani fa sì che i pesci si riproducano prima nella vita mentre sono ancora giovani, e quindi producono meno uova.
Secondo gli autori dello studio, ciò potrebbe avere un impatto significativo sugli stock ittici e sulla pesca in tutto il mondo.
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