CARACAS, 14 novembre (EFE). – Ex presidenti, ex ministri degli Esteri, ex ministri, parlamentari e intellettuali sudamericani hanno chiesto al presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, attraverso una lettera, di collaborare al lancio di una “nuova” unione delle nazioni sudamericane (UNASUR), considerando che “ricostruire un effettivo spazio di intesa” nella regione Urge.
I firmatari hanno espresso fiducia nella visione di Maduro e di altri leader di rendere la regione “una forza trainante per un nuovo livello di unità e integrazione latinoamericana, fondata sulla solidarietà continentale e sui valori duraturi della pace e della democrazia”. Alla lettera, che è stata emessa dall’esecutivo venezuelano.
La lettera è stata firmata dagli ex presidenti Michelle Bachelet (Cile), Rafael Correa (Ecuador), Eduardo Duhalde (Argentina), Ricardo Lagos (Cile), Jose Mojica (Uruguay), Dilma Rousseff (Brasile) ed Ernesto Samper (Colombia), tra attori politici e altri accademici, si riferiscono a Unassur come “la migliore piattaforma per rimodellare uno spazio per l’integrazione”.
“In ogni caso – hanno detto – non si tratta di una ricostruzione puramente nostalgica di un passato che non c’è più. Il nuovo Onassur deve farsi carico criticamente delle lacune dell’operazione precedente”.
Dovrebbe assicurare il rilancio e la proiezione del pluralismo oltre le affinità ideologiche e politiche dei governi al potere” e “incorporare nuovi attori che integrino gli sforzi di governi e parlamenti”, tra cui università, istituti, centri culturali, sindacati e imprese.
Allo stesso modo, solleva il “programma delle questioni prioritarie”, come la salute, l’immigrazione, i cambiamenti climatici, le strade, le ferrovie, la connettività energetica, la cooperazione commerciale, la “futura integrazione monetaria”, la sicurezza pubblica dei cittadini e l’istruzione, tra gli altri.
Questa organizzazione di integrazione è nata nel 2008 promossa dal defunto presidente Hugo Chávez e sostenuta da altri leader regionali, come il presidente eletto del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva.
Nel 2017 è entrata in crisi, quando i dodici Stati membri non sono riusciti a mettersi d’accordo su un nuovo Segretario generale, situazione aggravata dalle posizioni contrastanti sulla crisi venezuelana.
La situazione è diventata critica quando Argentina, Brasile, Cile, Colombia, Paraguay e Perù, insieme a un governo di centrodestra, hanno sospeso la loro partecipazione e finanziamento, e attualmente sono Guyana, Suriname, Venezuela e Bolivia.
In questo senso, politici e intellettuali sottolineano nella missiva che i recenti processi elettorali, che “hanno permesso la vittoria di governanti e coalizioni politiche favorevoli al rilancio dell’integrazione regionale”, sono “un’occasione da non perdere”. EFE
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