giovedì, Settembre 19, 2024

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Caccia: È urgente un cessate il fuoco e la fornitura di aiuti umanitari a Gaza

In una dichiarazione davanti al Comitato dei donatori dell’UNRWA, l’Osservatore permanente presso le Nazioni Unite a New York ha ribadito il sostegno finanziario della Santa Sede all’agenzia che sostiene i rifugiati palestinesi.

Notizie dal Vaticano

La Santa Sede chiede un cessate il fuoco su tutti i fronti della guerra in corso a Gaza e in Israele, “al rilascio immediato degli ostaggi israeliani a Gaza, alla consegna senza ostacoli degli aiuti essenziali al popolo palestinese e al rispetto del diritto umanitario internazionale da parte di tutte le parti interessato.” senza eccezioni. Lo ha confermato mons. Gabriele Caccia, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite a New York, nella sua dichiarazione di venerdì 12 luglio davanti al Comitato. Dedicato All’Assemblea Generale per annunciare donazioni all’UNRWA (l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’assistenza ai rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente).

Mantenere la neutralità dell’UNRWA

Monsignor Caccia ha sottolineato che la delegazione della Santa Sede ribadisce il suo “sostegno al mandato” dell’UNRWA, “particolarmente alla luce delle circostanze attuali”. Ribadisce il ruolo cruciale dell’Agenzia “nel soddisfare i bisogni primari di oltre 5 milioni di rifugiati palestinesi in Medio Oriente, soprattutto nel contesto della catastrofica crisi umanitaria in corso nella Striscia di Gaza”. Di conseguenza, la Santa Sede “riafferma il proprio impegno per il sostegno finanziario e incoraggia tutti gli Stati membri a contribuire all’UNRWA o a riprendere i contributi per sostenere gli sforzi cruciali dell’Agenzia”. Ritiene della massima importanza “preservare e rafforzare la neutralità dell’UNRWA per adempiere al suo mandato in conformità con la risoluzione dell’8 dicembre 1949”.

Invito ad un dialogo costruttivo sulle proposte di pace

Nel suo intervento, l’Osservatore Permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite riflette “sui tragici eventi accaduti in Israele e Palestina in seguito al terribile attacco terroristico contro la popolazione israeliana del 7 ottobre”. Eventi che “hanno avuto un profondo impatto negativo sulla vita di innumerevoli persone innocenti”. Per questo motivo, la delegazione guidata da monsignor Caccia “esorta le parti coinvolte nelle ostilità a Gaza ad impegnarsi in un dialogo costruttivo sulle proposte di pace”, comprese quelle contenute nella risoluzione 2735 (2024) del Consiglio di sicurezza dell’Onu.

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Riapertura dei punti di ingresso a Gaza

La Santa Sede chiede inoltre “la riapertura di tutti i punti di ingresso a Gaza per facilitare la consegna degli aiuti umanitari tanto necessari, inclusi cibo, acqua e medicine, alla popolazione sofferente di Gaza”. Sottolinea l’importanza di “una distribuzione ordinata di cibo e provviste, con particolare attenzione ai bambini e a chi ne ha bisogno”.

L’appello del Papa per una pace duratura

Infine, la Santa Sede ribadisce che, in ogni conflitto, «i luoghi che devono garantire la protezione della popolazione civile, come scuole, ospedali, luoghi di culto e strutture delle agenzie delle Nazioni Unite, non possono essere utilizzati o essere bersaglio di operazioni militari”. È infatti dovere di tutte le parti garantire la sicurezza degli operatori umanitari, che stanno compiendo sforzi instancabili per aiutare chi è nel bisogno. Monsignor Caccia conclude il suo intervento ricordando l’appello di Papa Francesco il 7 giugno, nel decimo anniversario dell’Appello per la Pace in Terra Santa, per un impegno comune “per raggiungere una pace duratura, nella quale lo Stato di Palestina e lo Stato di Israele” possano convivere fianco a fianco, abbattendo i muri dell’inimicizia e dell’odio. Con l’appello a “tenere Gerusalemme nel cuore affinché diventi la città dell’incontro fraterno tra cristiani, ebrei e musulmani, protetta da uno status speciale garantito”. a livello internazionale”.