Nave mercantile, yacht e nave scuola: le tre vite di Belém
Belém ha navigato per molti mari e ha visto molte altre avventure. È una delle navi più antiche della sua classe, e questo già di per sé è un bel risultato considerando il numero di volte in cui si è avvicinata al disastro.
Durante il suo viaggio inaugurale verso Belém, la città portuale brasiliana che ha dato il nome a questa famosa barca a vela, a bordo scoppiò un incendio. Fortunatamente, dopo essere stato riparato in Francia, è riuscito a rimettersi in carreggiata.
Dopo diversi viaggi transatlantici che trasportavano cacao, rum e zucchero in Francia, la nave Belém riuscì a sopravvivere a un'altra tragedia: l'eruzione del Monte Pelé nel 1902.
La città di Saint-Pierre in Martinica fu distrutta e più di 30.000 persone persero la vita nel disastro, ma Belém riuscì a fuggire senza danni.
Il giorno precedente, a causa dello spazio limitato nel porto, la nave aveva gettato l'ancora in un'altra baia, lontano dalla città.
Tuttavia, Belém non poteva fare nulla contro l’ascesa delle navi a vapore. A poco a poco il suo utilizzo commerciale per il trasporto di merci cominciò a diminuire e nel 1914 fu venduto al Duca di Westminster.
Belem fu trasformato in uno yacht e pochi anni dopo fu acquistato dall'ingegnere e birraio irlandese Sir Arthur Ernest Guinness, che cambiò il nome della goletta in Fantôme II.
Dopo un viaggio intorno al mondo, qualche decennio dopo, la nave cambiò nuovamente proprietario; Questa volta è stato venduto a un ente di beneficenza italiano e ribattezzato in suo onore Giorgio Cini.
La nave, costruita in un cantiere navale a Nantes, fu trasformata in nave scuola e navigò per 15 anni nel Mediterraneo, finché non fu nuovamente influenzata dai progressi tecnologici.
Negli anni '60 la nave Giorgio Cini, considerata troppo vecchia e troppo piccola, non aveva mai lasciato il porto. È stato consegnato a carabinieri (Polizia Italiana) da utilizzare nella loro formazione. Quando decisero che non era più utile neanche a quello, fu venduta ad un cantiere navale di Venezia per il prezzo simbolico di una lira (circa 0,01 euro).
Tuttavia, con l'aumento dei costi di restauro, la barca è tornata nuovamente sul mercato.
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