mercoledì, Ottobre 30, 2024

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Ha osato la libertà ed è stata un’icona della cultura popolare argentina: Chunchona Villafañe, 90 anni, sempre bella

Un libro intimo su Chunchuna Villafañe.
Un libro intimo su Chunchuna Villafañe.

Facevo la modella perché guadagnavo un sacco di soldi, ma non mi interessava mai. È stato proprio questo disinteresse che mi ha fatto dire no a molte cose. E lui si è limitato a dire: beh, diciamo così, niente bacio, niente a che vedere con quello, niente che potesse macchiare ciò che credevo macchiasse. Per una coppia da baciare in quel momento, per un prodotto televisivo, un prodotto in vendita, ho detto di no. Sono stato molto selettivo e penso che questo mi abbia aiutato. Poi all’improvviso mi sono ritrovato ad un livello che non avevo mai cercato“La protagonista di questa storia oggi ha 90 anni ed è ancora bellissima. Sì, era una modella, ma era anche tante altre cose. Forse è qui che risiede la sua essenza, ed è ciò che l’autrice di questo libro ha potuto ritrarla così bene ed è ciò che la distingue meglio.

Mi hanno chiesto perché non lavoravo nel cinema. Molti registi si sono rivolti a me, ma per interpretare ruoli che hanno a che fare con il modello. Quindi non ero interessato. Fino a quando non ho deciso di studiare, ho studiato con Agostino Elisoe mi diede una serie di istruzioni, fino al giorno in cui me lo offrirono davvero Storia ufficiale. Volevo studiare e ho studiato. E poi ho capito cos’è la recitazione. (…) È stato il film più importante e più richiesto della mia carriera“. Era irrequieta e poliedrica, fu anche attrice, costumista e scenografa. Inoltre, si innamorò più volte e ebbe 3 partner, ma Horacio Molina fu l’unico uomo che sposò e con cui aveva due figlie: Juana e Ines Molina.

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Chunchona Villafania due materie dalla laurea in architettura, è la figura centrale di questa impeccabile biografia, frutto di 20 interviste realizzate dal giornalista Virginia Mejia Lo ha eseguito per tutto il 2022 nella sua casa nella Florida orientale. Nipote di un nobile europeo, il suo cognome deriva da chunchona, che dicono abbia preso da sua madre, che si chiamava così, che in uno dei dialetti italiani significa gioco. Fu questo soprannome “Chunchuna” a segnarla per sempre, e a far innamorare l’italiano. Ugo Tognazzicon il quale ha ballato il tango tutta la notte, nella villa dell’attore, ma questa è un’altra storia che dovrete scoprire voi stessi in questo libro. bellezza.

Chunchona Villafane e Norma Aleandro "Storia ufficiale"
Chunchona Villafane e Norma Aleandro in “La storia ufficiale”

Chunchuna Villafañe: Confessioni di un’icona popÈ suddiviso in 12 capitoli e comprende 137 pagine Libri Metropoli (2024). Comprende fotografie delle leggendarie pubblicità, nonché immagini private dell’archivio personale di Villafañe, pubblicate per la prima volta in questo volume. Mejía racconta che durante le interviste ha incontrato una donna profondamente informata e impegnata sulla realtà sociale del paese, ma che ha sempre mantenuto un basso profilo. Allora mi chiedo: come può un personaggio del genere essere di così basso livello? Una persona che è stata il volto e il corpo di centinaia di pubblicità e che ha fondato l’Associazione Argentina delle Modelle di Moda (AMA) in collaborazione con Prima dei germi E Claudia SanchezCiò la rende la prima organizzazione sindacale di questo tipo in Argentina? Una donna con cui le attività nel peronismo l’hanno portata a collaborare Padre Mugica Negli anni settanta, Faceva parte della delegazione che accompagnava Peron Al suo ritorno in Argentina dopo l’esilio in Spagna. Come poteva mantenere un basso profilo uno che durante la dittatura militare dovette lasciare il Paese con le sue due figlie e il suo secondo compagno, Pino Solanas? Si direbbe impossibile, vero? Ma no.

“Chunchuna, confessioni di un’icona pop”, di Virginia Mejia

Chunchona VillafaniModella premio Oscar, attrice, attivista, madre, Brigitte Bardot latino, preservare, l I suoi 90 anni, Un profilo molto basso, isolato dal mondo nella sua casa in provincia di Buenos Aires, circondata da un giardino all’inglese che cresce così fitto e affascinante che nessuno in questo mondo osa toccarlo. “Abbiamo parcheggiato la macchina sul marciapiede accanto al vivaio, che è una foresta in miniatura, creando un ostacolo per chi attraversa l’edificio. Le viti pendono dai rami della gomma dolce e il prato è ricoperto di vegetazione e punteggiato di enormi begonie viola, begonie arancioni ed erbe di tutti i tipi. La foresta nasconde un cancello artificiale grigio-argenteo. È circondato da un’alta parete squamosa, anch’essa invasa dagli alpinisti; Piccole monete, appassionato di violacciocche e del loro preferito, Ampelopsis. Una vecchia si avvicina a noi e ci chiede di chiederle di abbattere gli alberi e le piante sul marciapiede. È un covo di criminali, dice il vicino, mentre penso a quante volte glielo ha già chiesto e quante volte l’ha ignorata. Che nessuno oserebbe toccare un albero a Chunchona, tanto meno l’albero davanti alla sua porta.“.

Juana Molina e sua madre Chunchona Villafañe.
Juana Molina e sua madre Chunchona Villafañe.

Virginia MejiaL’autrice di questa meticolosa e attenta biografia chiarisce fin dall’inizio che Elba Villafañe, soprannominata Chunchuna, oltre ad essere una leggenda, è la zia di suo marito e che la vicinanza è presente in ogni paragrafo. Dalla complicità fornita solo da 30 anni di amicizia e affetto che li uniscono, ogni capitolo è una porta che si apre e ricrea momenti diversi della vita dell’attrice e modella attraverso un ricordo condiviso. “Il mondo di Chunchuna è meraviglioso. Non solo per i viaggi di chi seppe essere una top model nell’epoca d’oro della pubblicità argentina, ma anche perché la cultura, la moda, l’arte e la politica del nostro Paese si intrecciano nelle sue storie di vita.Mejia dice. E questo è il caso. Non posso perderlo.

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♦ Nato a Buenos Aires. È giornalista e scrittrice.

♦ Ha lavorato in radio, televisione e agenzie di stampa nazionali e internazionali.

♦ Dal 2010 scrive per il quotidiano La Nación nella rubrica cultura, costume e società.

♦ Ha conseguito una laurea in lettere e un master in scrittura creativa. Era il suo primo libro Altro che Habemus Babam. Scrive racconti, romanzi e saggistica.