sabato, Novembre 23, 2024

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I francesi sono divisi sul processo di licenziamento di Macron

Sebbene stampa e analisti attribuiscano quasi a zero le possibilità di successo dell’iniziativa, tutelata dall’articolo 68 della Costituzione, la decisione suscita molta attenzione e indica la crisi politica prevalente, caratterizzata dal ritardo del Presidente della Repubblica nella nomina del sostituto del Primo Ministro. Gabriel Attal, che ha accettato le sue dimissioni il 16 luglio.

Secondo un sondaggio condotto da Elabe per la rete televisiva BFM, il 50% degli intervistati è contrario al licenziamento di Macron, mentre il 49% lo sostiene.

L’indagine rivela che il 64% dei francesi che hanno votato per il blocco di sinistra del Nuovo Fronte Popolare alle elezioni legislative del mese scorso sostengono il processo, così come la metà degli elettori del Partito di Raduno Nazionale, che il partito ritiene essere di estrema destra, come Marine Le Pen. Guida.

La LFI ha dichiarato il suo obiettivo di rimuovere il Presidente della Repubblica con il pretesto dell’articolo 68 della Magna Carta del 1958, che stabilisce che il capo dello Stato può perdere la sua carica in caso di “evidente inadempimento delle sue funzioni”. agendo in modo “incompatibile con l’esercizio del suo mandato”.

Macron ha escluso la nomina di un primo ministro (l’economista Lucie Castets) proposto dalla sinistra, che abbia il diritto di formare il governo, poiché è la forza con il maggior numero di rappresentanti nell’Assemblea nazionale (193), anche se è lungi dall’essere una maggioranza assoluta. In 289 posti.

Il Nuovo Fronte Popolare accusa il presidente di sferrare un duro colpo alla democrazia ignorando i risultati delle urne, al che il partito al governo risponde dicendo che nelle elezioni legislative nessuna lista ha ottenuto la maggioranza assoluta, e quindi non c’è stato alcun vincitore.

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Attualmente, l’iniziativa Insomesus non trova un chiaro sostegno tra socialisti, ambientalisti, comunisti e altri membri del blocco di sinistra.

jf/wmr