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La materia oscura e le stelle non interagiscono come si pensa

Madrid, 21 agosto (Stampa europea) –

Note con VLT (Very Large Telescope) Dal Cile, smentisce un’antica “cospirazione” in astronomia, secondo i suoi autori, secondo cui le stelle e la materia oscura interagiscono in modi inspiegabili.

Questo è quanto pubblicato in uno studio Avvisi mensili della Royal Astronomical Society Da un team internazionale di astronomi con sede in Australia, Regno Unito, Austria e Germania.

La “cospirazione” emerse per spiegare un fenomeno che aveva lasciato perplessi gli astronomi per un quarto di secolo. La densità della materia nelle diverse galassie sembra diminuire alla stessa velocità dal centro verso i bordi esterni. Ciò era sconcertante perché le galassie sono diverse, con età, forme, dimensioni e numero di stelle molto diversi. COSÌ, Perché hanno la stessa struttura di densità?

“Questa eterogeneità suggerisce che la materia oscura e le stelle devono in qualche modo compensarsi a vicenda per produrre strutture di massa così regolari”, afferma la dott.ssa Caro Dirkin, prima autrice dell’articolo e ricercatrice ASTRO 3D presso la Macquarie University.

Nessun ricercatore è stato in grado di trovare un meccanismo. Se la materia oscura e le stelle potessero interagire in questo modo, dovremmo cambiare la nostra comprensione di come si formano ed evolvono le galassie. Ma non riuscivano ancora a trovare una ragione alternativa per spiegare ciò che stavano vedendo.

Derkin e i suoi colleghi hanno scoperto che la somiglianza nella densità potrebbe non essere dovuta alle galassie stesse, ma piuttosto al modo in cui gli astronomi le misurano e le modellano.

Il team ha osservato 22 galassie di mezza età (risalenti a circa quattro miliardi di anni fa a causa della loro grande distanza) in modo straordinariamente dettagliato, utilizzando il Very Large Telescope dell’Osservatorio Europeo Australe in Cile. Ciò ha permesso loro di creare modelli più complessi in grado di catturare meglio la diversità delle galassie nell’universo.

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In passato, le persone costruivano modelli semplici che contenevano molte semplificazioni e ipotesi“Derkin dice.

“Le galassie sono complesse e dobbiamo modellarle liberamente altrimenti misureremo le cose sbagliate”. I nostri modelli sono stati eseguiti sul supercomputer OzStar della Swinburne University. Utilizzando l’equivalente di circa 8.000 ore di tempo di elaborazione desktop.”

Il progetto ha utilizzato MUSE (Multi-Unit Spectroscopic Explorer) al VLT per analizzare le galassie dello studio MAGPI (Medieval Galaxy Properties with Integrated Field Spectroscopy). MUSE raccoglie cubi di dati spettrali in cui ogni pixel è in realtà uno spettro.

“Il progetto MAGPI è un ottimo esempio di come funzionano i workshop di formazione e lo spazio collaborativo all’interno di ASTRO 3D Abbiamo beneficiato della partnership strategica dell’Australia con l’Osservatorio europeo meridionale“afferma la professoressa Emma Ryan-Weber, direttrice di ASTRO 3D.

“I complessi dati provenienti dal Very Large Telescope dell’Osservatorio Europeo Australe non solo hanno risolto un problema di vecchia data in astronomia, ma hanno anche permesso a giovani scienziati, come la Dott.ssa Caro Dirkin, di Hanno una piattaforma da cui possono lanciare la loro carriera per risolvere i problemi del mondo reale”. Dice.