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Le spiagge private in Italia rimarranno chiuse per due ore per protesta contro i nuovi bandi

Roma, 9 agosto (EFE).- I gestori delle spiagge private in Italia, una parte importante del litorale del Paese, hanno indetto uno sciopero di due ore questo venerdì in occasione della nuova gara per questi spazi.

Alcuni sindacati hanno indetto uno sciopero dopo che i cosiddetti “stabilimenti balneari” apriranno due ore più tardi del solito, alle 9.30 anziché alle 19.30. Programma.

I gestori di spiagge private si sono sempre opposti alla direttiva europea Polgestein del 2006, che prevede che queste strutture vengano messe a gara, ma l’Italia non lo ha fatto, motivo per cui ha dovuto affrontare procedure di infrazione da parte della Commissione Europea.

Per decenni le concessioni balneari sono sempre state concesse in automatico agli stessi proprietari e alle stesse famiglie e con canoni bassissimi, spesso favorendo fughe mafiose.

L’ultima proroga dell’applicazione della direttiva europea è stata approvata dall’attuale governo di Giorgia Meloni, che con la legge di bilancio approvata a dicembre 2022 ha prorogato le concessioni fino alla fine del 2024, e se non ci saranno cambiamenti dovranno fare dei bandi.

Ancora nel febbraio 2023 e gennaio 2024, il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, scriveva una lettera ai presidenti di Camera e Senato e al presidente del Consiglio, riferendo che le estensioni dei privilegi erano incompatibili con il diritto europeo. con le sentenze del Consiglio di Stato. Nel gennaio 2024 Mattarella ha ribadito lo stesso punto con una nuova lettera inviata agli stessi destinatari.

Nel luglio 2023, il governo ha commissionato uno studio che ha stabilito che le spiagge private occupano il 33% del patrimonio marino dello Stato, ovvero spiagge e zone costiere rocciose.

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Recentemente alcuni attivisti riuniti nell’associazione Mare Libero hanno iniziato a protestare sulle spiagge chiedendo il diritto di utilizzare liberamente il demanio pubblico senza pagare e di posizionare i propri ombrelloni e teli nelle spiagge gestite da privati.

Nel 2019, il governo ha raccolto 115 milioni di euro dalla vendita delle licenze balneari, mentre si stima che il business valga 15 miliardi di euro all’anno.

Secondo Carlo Calenda, presidente di Azione, ci sono dirigenti che pagano tutto l’anno circa 4mila euro, esattamente quanto costa ad una famiglia l’abbonamento per tutta l’estate.