venerdì, Ottobre 18, 2024

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La peste suina africana ricompare in Germania e Italia


Il Ministero dell’Agricoltura tedesco ha confermato la PSA in due allevamenti di suini domestici, mentre il virus è stato rilevato per la prima volta in un cinghiale in Toscana.


La scorsa settimana è stata confermata la peste suina africana (PSA) in due regioni d’Europa, minacciando l’industria della carne suina in Germania e Italia. La situazione ha destato grande preoccupazione tra le autorità e gli allevatori di suini a causa dell’elevato potenziale di diffusione e delle conseguenze economiche che provoca.

In Germania, il distretto meridionale di Groß-Gerau in Assia è una zona in cui il virus della PSA era già stato rilevato lo scorso giugno. Ora, il Ministero dell’Agricoltura tedesco ha confermato la presenza del virus in due allevamenti di suini domestici che ospitano tra i 17 e i 170 animali. I funzionari hanno chiesto a tutti gli allevamenti di suini della zona di monitorare quotidianamente i loro bovini e di informare immediatamente l’ufficio veterinario distrettuale se compaiono segni di malattia. I focolai sono concentrati nelle aree di Knoblochsaue e Kühkopf, indicando un’elevata carica virale nella regione. Dalla metà di giugno, quando si è verificato il primo caso, sono state attivate recinzioni elettriche e squadre di ricerca con droni e cani speciali per controllare la diffusione del virus, e ad oggi sono state rinvenute 43 carcasse di cinghiali positive.

Primo caso in Toscana

D’altra parte, l’Italia ha registrato il suo primo caso di PSA in Toscana, precisamente nella provincia di Massa Carrara, al confine con la Liguria. Il 18 luglio è stato ritrovato un cinghiale morto in una zona classificata di massima sorveglianza. La Regione Toscana, insieme all’Usl Toscana Nord Ovest, aveva precedentemente predisposto piani di sorveglianza e controllo a causa di casi pregressi nelle regioni limitrofe.

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I funzionari hanno implementato procedure legali e di laboratorio per confermare la presenza del virus e hanno messo in atto tutte le misure necessarie per controllarne la diffusione, collaborando con il Ministero della Salute e il Commissario straordinario per l’influenza suina.

L’organizzazione agricola italiana Coldretti ha espresso seria preoccupazione per l’impatto del virus sulla filiera regionale dell’allevamento di suini, chiedendo misure preventive come l’abbattimento degli animali per prevenire la diffusione dell’infezione.

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