Africa/Sudafrica – Conferma della nomina di Ramaphosa a capo di una coalizione di governo “inclusiva”.
Lunedì 17 giugno 2024
Johannesburg (Agenzia Fides) – Cyril Ramaphosa è stato insediato come Presidente del Sudafrica ed è stata formata una coalizione di governo senza precedenti, formata da oppositori storici dell’apartheid e il partito è considerato espressione della “bianchezza”.
Sono queste le conclusioni delle elezioni legislative tenutesi in Sud Africa il 29 maggio (vedi Fides 31/5/2024), nelle quali l’ANC ha perso la maggioranza assoluta per la prima volta dal 1994, quando vinse la presidenza. Le prime elezioni veramente libere dopo la fine dell’apartheid. La maggioranza assoluta che ha permesso al partito di Nelson Mandela di governare da solo per tutto questo tempo. Con 159 seggi su un totale di 400, l’ANC rimane il partito leader in Sudafrica, ma ha dovuto cercare alleati per ottenere la rielezione del suo leader Ramaphosa a presidente, formando così un tanto pubblicizzato governo di coalizione. Come “inclusivo”. Oltre all’ANC, la coalizione includerà il rivale storico dell’ANC, l’Alleanza Democratica, che rappresenta gli interessi dei sudafricani di origine, finanza e industria europea, nonché l’Inkatha Freedom Party, un partito conservatore Zulu. Il partito, così come il conservatore Alleanza Nazionale.
Grazie a questa alleanza, Ramaphosa è stato rieletto il 15 giugno con 283 voti dalla neonata Assemblea Nazionale. In Sud Africa, a differenza di altri paesi africani, il capo dello Stato non è eletto dal voto popolare, ma dall’Assemblea Legislativa. Julius Malema, leader fondatore degli Economic Freedom Fighters, un partito di sinistra ed ex membro della Lega giovanile dell’ANC, si candidava alla presidenza, ricevendo 44 voti. I 58 deputati del MK (uMkhonto weSizwe), il partito politico dell’ex presidente Jacob Zuma, anch’egli uscito dall’ANC, non hanno partecipato al voto per eleggere il presidente. Hanno denunciato presunte irregolarità nelle elezioni del 29 maggio, chiedendo alla Commissione elettorale indipendente di annullarle.
Ciò ha creato una forte polarizzazione politica tra la maggioranza “centrista” e l’opposizione di sinistra, che si oppone fortemente all’attuale leadership dell’ANC. Non è un caso che i leader dei due maggiori partiti di opposizione, Zuma e Malema, siano ex membri dell’African National Congress. Ramaphosa dovrà però fare i conti con un’opposizione all’interno del suo partito che non ama l’alleanza con l’Alleanza Democratica. Inoltre, un boicottaggio dei lavori parlamentari da parte dei 58 deputati di Zuma potrebbe portare ad ulteriori tensioni nel Paese. Nonostante il suo arresto nel 2021 per oltraggio alla corte, Zuma conserva un certo seguito popolare nel suo feudo elettorale, KwaZulu-Natal, come dimostrano le rivolte scoppiate in quella provincia subito dopo l’annuncio della sua incarcerazione.
(LM) (Agenzia Fides 17/06/2024)
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