L’incontro, convocato da Kiev e senza invito da parte della Russia, si è concluso domenica con una dichiarazione che non è stata unanime, perché 12 paesi si sono rifiutati di firmarla, tra cui Brasile, India, Sudafrica e Messico.
Non hanno aderito anche Armenia, Bahrein, Indonesia, Slovacchia, Libia, Arabia Saudita, Tailandia ed Emirati Arabi Uniti.
Alla dichiarazione hanno aderito circa 80 paesi, tra cui la stragrande maggioranza dei membri dell’Unione Europea, gli Stati Uniti, il Giappone, il Cile e l’Ecuador.
Il Partito Comunista Cileno ha avvertito che “l’iniziativa parziale potrebbe essere un’attività di solidarietà con uno dei partiti, ma non sarà necessariamente efficace nel processo di costruzione di un accordo politico che porti alla pace”.
Il Partito Comunista Cinese condanna la persistente politica interventista degli Stati Uniti, l’arroganza di non accettare gli accordi della grande maggioranza delle Nazioni Unite e le misure disumane con cui impone recinzioni e blocchi.
Una dichiarazione rilasciata dall’organizzazione avverte che “la partecipazione attraverso la NATO ci mette in guardia dalle provocazioni e dai pericoli che mettono a dura prova la coesistenza su questo pianeta”.
Il Partito Comunista riafferma la necessità della pace e di una soluzione politica ai conflitti tra paesi e popoli, con la partecipazione di tutti i partiti.
nbg/auto
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