lunedì, Dicembre 16, 2024

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Papa: Sostenete i comuni italiani piccoli e trascurati

In un discorso all'Associazione per il sostegno e la modernizzazione delle istituzioni locali, che promuove processi di modernizzazione e diffonde buone pratiche in Italia, il Papa ha evidenziato l'abbandono delle zone interne e lo spopolamento per mancanza di opportunità dovuta alla mancanza di risorse. Quando si consigliano piattaforme per il benessere e la partecipazione della comunità, è importante identificare le opportunità che gli altri vedono come limiti o risorse.

Tiziana Campici – Città del Vaticano

La situazione dei piccoli comuni italiani, soprattutto quelli delle “aree interne”, la maggior parte dei quali sono “abbandonati” e “in stato di degrado”, è il risultato di una cultura dello scarto. I residenti “si trovano ad affrontare un notevole svantaggio in termini di opportunità”, e infatti “fornire le stesse risorse al resto del Paese” è “estremamente costoso, motivo per cui si creano disuguaglianze”. Lo ha sottolineato Francesco nel discorso all'Associazione per la sussidiarietà e l'ammodernamento delle istituzioni locali (ASMEL), «nata nel 2010 per contribuire al buon funzionamento delle istituzioni locali italiane, secondo il principio di subordinazione, la Chiesa secondo l'art. dottrina sociale”, e ha osservato che in questa realtà si sta scatenando un circolo vizioso.

“La mancanza di opportunità spesso spinge la parte più interessata della popolazione ad andarsene, e questo rende attraenti le aree marginali, che sempre più si abbandonano. Chi resta è soprattutto più anziano e ha più difficoltà a trovare alternative. Di conseguenza, la In queste regioni cresce il bisogno di uno Stato sociale, mentre si risponde ad esso. Le risorse scarseggiano.”

Il grido dei territori abbandonati

Pope sottolinea che “le zone interne e marginali” dove si trova la maggior parte del patrimonio naturale sono di “importanza strategica in termini ecologici”, tuttavia “la demografia progressista lo rende difficile”. Mantenimento del territorio”. I territori abbandonati diventano molto fragili, e il loro disturbo provoca disastri ed emergenze, soprattutto eventi estremi che oggi sono in aumento: ad esempio, forti piogge, inondazioni e smottamenti; siccità e incendi; tempeste, ecc.

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“Guardando questi territori, confermiamo che ascoltare il grido della terra significa ascoltare il grido dei poveri e degli scartati, al contrario: nella fragilità delle persone e dell'ambiente, riconosciamo che tutto è connesso – tutto è connesso -, e i casi considerati separatamente devono essere letti insieme per la ricerca di soluzioni.”

Laboratori di innovazione sociale

Francisco invita a farsi avanti, ad Asmel, che “malgrado poche risorse, malgrado mille difficoltà” cerca di contribuire alla “dignità delle persone” e al mantenimento della casa comune. Rifletti sul potenziale dei luoghi dimenticati. Ha ricordato loro che fin dall'antichità, anche oggi, le aree marginali possono diventare laboratori di innovazione sociale, a partire da una prospettiva – i margini – che permette di vedere le dinamiche della società in modo diverso e di scoprire opportunità. Altri vedono solo limitazioni o risorse che sono considerate rifiuti.

Privatizzazione sociale e spazi di partecipazione

Per Francisco è possibile riscoprire “forme di reciprocità e reciprocità” attraverso “pratiche sociali innovative” e riconfigurare “il rapporto con l’ambiente in termini di conservazione, da nuove forme di agricoltura a esperienze di benessere sociale”. Le pratiche “devono essere riconosciute e sostenute per promuovere un paradigma alternativo a beneficio di tutti”.

“Vorrei suggerire un aspetto tra i tanti a cui bisognerebbe prestare attenzione: la ricerca di nuovi rapporti tra settore pubblico e privato, soprattutto tra il privato sociale, per superare i vecchi approcci e sfruttare le possibilità che si presentano. Ora la legge.”

La scarsità di risorse nelle aree emarginate rende le persone più disposte a cooperare per quello che sembra essere il bene comune; Così, ha osservato, promuovendo il rinnovamento della democrazia nel suo senso sostanziale, si crea l’opportunità di aprire spazi di partecipazione.

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Buon uso dell'intelligenza artificiale

Passando alle “nuove tecnologie”, il Papa invita poi a considerare “varie forme di intelligenza artificiale”, che “possono rivelarsi potenti come strumenti di morte”, ma sono utili se utilizzate in una logica di “cura della persona”. , le comunità, i territori e la nostra casa comune.”

Problema di denaturazione

Infine, concludendo la sua riflessione, Francesco esprime la sua preoccupazione per lo sviluppo della bassa natalità e per la “cultura della popolazione”. “Dobbiamo fare bambini. L'Italia, la Spagna… hanno bisogno di bambini”, dice, aggiungendo che “dobbiamo prendere sul serio il problema delle nascite” perché “è in gioco il futuro”.

“Avere figli è un obbligo per sopravvivere e prosperare. Pensateci. Questa non è la pubblicità di un'agenzia per il parto, no, no; ma voglio sottolineare questo: il dramma delle nascite. Bisogna pensarci molto. Sul serio.”