Un’analisi preparata dall’Agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente (SNPA), pubblicata sabato sulla piattaforma digitale specializzata Geopop, indica che l’anno scorso la percentuale di consumo di suolo nelle aree ad alto rischio idraulico ha raggiunto i 6,4 punti. Questo può accadere una volta ogni 20 anni
Sono aumentate le costruzioni nelle aree a rischio, raggiungendo il valore assoluto di 917,6 ettari, e la parte settentrionale della Liguria è quella più colpita da questa tendenza, dove il consumo di suolo è, secondo lo studio, dal 23 al 33%. .
In Italia, invece, nel 2022, la percentuale di superficie edificata in aree a medio rischio frane è stata del 4,0%, con un aumento di 529 ettari rispetto al 2021.
Il problema si riscontra soprattutto nelle aree settentrionali del Paese, come Lombardia, Piemonte e Friuli-Venezia Giulia, con 15,5; Secondo gli esperti dell’SNPA il rischio di frana ammonta rispettivamente al 15,0 e al 12,8% del territorio.
Per quanto riguarda l’utilizzo del suolo in aree a rischio sismicità, le percentuali in questo Paese raggiungono i 7,0 punti, raggiungendo un totale di 820.935 ettari, e le regioni con la situazione più complessa sono la Lombardia, 13,5%; A dare evidenza sono il Veneto con 12,3 e la Campania con 10,7 punti percentuali.
rgh/ort
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