Allo stesso tempo, in un comunicato diffuso venerdì, hanno ribadito la fratellanza tra la Colombia e il Paese centroamericano.
Hanno definito un successo l’esito di questa controversia e hanno salutato “la posizione patriottica del governo democratico di Gustavo Petro e Francia Marquez” e il team legale che ha coperto la difesa dell’integrità territoriale del Paese.
Hanno affermato che “dopo il verdetto, è giunto il momento di rivedere la politica di frontiera nei Caraibi, sulla base delle sentenze della Corte internazionale di giustizia, che mira a difendere i diritti delle comunità Rizal nell’arcipelago colombiano”.
Hanno chiarito che ciò richiede un dialogo costruttivo con il Nicaragua, libero da pregiudizi, che rafforzi la cooperazione e l’integrazione tra i due popoli e consenta la promozione tra i due paesi di una politica caraibica indipendente e sovrana, lontano dalla soggezione alla geopolitica imperiale e rafforzi l’America Latina e i Caraibi come zona di pace.
Il 13, il presidente del principale organo giudiziario dell’Onu, il giudice Joan Donoghue, ha osservato che il Nicaragua “non ha diritto a una linea che si estenda entro 200 miglia nautiche” calcolata dalla linea di base da cui si misura la larghezza del suo mare territoriale.
Il Nicaragua pretendeva di delimitare la propria piattaforma continentale nei Caraibi, rivendicando diritti su fondali e sottosuolo oltre le 200 miglia nautiche definite dal diritto internazionale, ma questa estensione comportava una sovrapposizione con la piattaforma continentale colombiana nell’arcipelago di San Andrés.
Nel 2001, il paese centroamericano ha citato in giudizio la Corte internazionale di giustizia, che si è risolta nel 2012 quando quell’organismo gli ha assegnato circa 75.000 chilometri quadrati nel Mar dei Caraibi, ma ha ratificato la sovranità della Colombia sull’arcipelago.
La Colombia ha rifiutato di attenersi alla sentenza e ha persino denunciato la Carta di Bogotà.In risposta, il Nicaragua ha fatto nuovamente causa al suo vicino nel 2013, davanti alla Corte internazionale di giustizia, per chiedere alla nazione di smettere di violare i suoi spazi marittimi.
La Colombia si è opposta a Managua sostenendo che influisce sulla vita del popolo Rizal che vive di pesca artigianale in queste terre.
Nell’aprile 2022, l’ICJ ha stabilito che “la Colombia aveva violato il suo obbligo internazionale di rispettare i diritti e la giurisdizione del Nicaragua sulla sua zona economica esclusiva, interferendo con le attività e le navi di pesca e ricerca del Nicaragua”, ha giudicato la corte all’epoca.
Ieri Petro ha dichiarato di essere aperto al dialogo con il suo omologo nicaraguense, Daniel Ortega, sui diritti delle comunità di Raizal che pescano nelle acque nicaraguensi nei Caraibi.
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