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Un’insegnante è stata licenziata per 20 anni di assenteismo nei suoi 24 anni di carriera

Martedì 27 giugno 2023, 17:24

In 24 anni come insegnante di storia e filosofia presso vari istituti scolastici del nordest italiano, Cinzia Paolina di Leo ha realizzato un’impresa che pochi raggiungono: non è andata al lavoro per quasi 20 anni. Dopo aver combinato assenze per malattia, infortuni sul lavoro, gravidanza, motivi familiari, frequentazione di corsi di formazione e altri motivi, questa insegnante è diventata una notizia in Italia per la sua battaglia legale per evitare il licenziamento. Una sentenza della Corte di Cassazione, l’equivalente spagnolo della Corte Suprema, ha confermato il suo licenziamento in quanto “impreparata” ad adempiere ai suoi doveri e per essersi “comportata in modo inappropriato” quando ha deciso di tornare a insegnare. – Metodo “oggettivo”. Con gli studenti.

Gli studenti hanno lanciato l’allarme per mancanza di continuità e mancanza di competenze come insegnante. Secondo il direttore di un istituto scolastico della provincia di Venezia dove era di stanza, Di Leo inviava messaggi sul suo cellulare nel bel mezzo della lezione e non ascoltava quando gli studenti venivano esaminati oralmente e venivano dati appunti. Uno normale e senza fretta». Non c’è da stupirsi che non abbia portato un libro di testo preso in prestito da qualche ragazzo o materiale didattico. Si è scusato spiegando che «non riusciva a trovare» il volume e «non poteva fare una fotocopia .”

Dopo la denuncia dello studente, una relazione scritta dal direttore dell’istituto ha disposto un’indagine da parte delle autorità scolastiche, che ha indicato che era stato rimosso come dipendente del Ministero dell’Istruzione. Secondo i registri dei centri di passaggio, De Leo è stato completamente assente per il primo decennio della sua carriera, mentre nei 14 anni successivi ha accumulato una media di 40-180 giorni di ferie all’anno per una serie di motivi. De Leo, oggi 56 anni, ha ritenuto il suo caso “assolutamente unico e surreale”, come ha raccontato a ‘La Repubblica’ e non ha voluto fornire ulteriori dettagli perché si trovava “al mare”.

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L’insegnante non ha accettato il licenziamento del Ministero dell’Istruzione, quindi ha presentato ricorso, che è stato accolto dal tribunale di Venezia, costringendolo a essere reintegrato come insegnante. La decisione ha infine spinto il ministero a rivolgersi alla Cassazione, ultimo organo competente, che recentemente si era pronunciata contro gli interessi di De Leo. L’insegnante ha sfruttato bene questo tempo, prendendosi una pausa dall’insegnamento, guadagnandosi uno stipendio, frequentando la scuola di giornalismo, svolgendo tre lavori e specializzandosi in “criminologia, storia medica e terapia con animali”. Lui stesso ha spiegato ai media locali.

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