La piattaforma Paramount+ ha pubblicato “The Journey with Andrea Bocelli”, una docu-serie che segue la vita del leggendario interprete in un pellegrinaggio spirituale attraverso l’antica Italia.
In tre episodi e uno speciale di 90 minuti, la serie segue Bocelli mentre percorre la Via Francigena italiana a cavallo per riscoprire aspetti della canzone italiana.
Lungo la strada, Bocelli riflette sulle più grandi domande della vita con amici e familiari e si esibisce con vari artisti.
Delum: Puoi parlarci di questo viaggio spirituale attraverso l’Italia?
Andrea Bocelli: Una passeggiata a cavallo con mia moglie, un pellegrinaggio considerato una forma di “preghiera in movimento”, seguendo uno dei tratti più consigliati dell’antica Via Francigena da Piazza San Pietro a Lazzatico a Roma. La mia città natale ha uno stretto legame con la natura.
Abbiamo percorso più di 300 chilometri: un progetto ambizioso dal punto di vista fisico, considerando che non ero più un adolescente. All’inizio lo abbiamo pensato come un percorso personale, poi l’idea è diventata molto più grande, ma siamo riusciti a far sì che l’intimità di questo viaggio e il messaggio di fede e speranza rimanessero gli stessi e, allo stesso tempo, potesse. Sarà condiviso con molti. La fede, credo, è il vero fattore decisivo della nostra esistenza oggi, l’antidoto al veleno della paura.
T: Quali sono gli obiettivi del pellegrinaggio?
AB: Aveva due temi principali: volevamo rendere omaggio ai luoghi santi del Lazio e della Toscana, testimonianze preziose di quasi duemila anni di fede cristiana. Questi luoghi sono ambientati su una musica unica della natura e della sua bellezza abbagliante creata da colline e foreste. Partiamo dal Vaticano, dove abbiamo avuto il grande privilegio della benedizione di Papa Francesco, e seguiamo parte di questo antico itinerario fino a Sutri, poi a Vittorziano, Bolsena, Radicobani, Bagno Vignoni, Sant’Antimo, San Calcano e tante altre straordinarie luoghi. La bellezza, il ritorno nella mia città natale, dove affondano le mie radici profonde.
Il secondo tema è dedicato alla musica. La nostra road map per le tre settimane di viaggio è stata la seguente: due giorni a cavallo e una preghiera dedicata alla musica, condivisa con i tanti compagni che ci hanno accompagnato, da Tori Kelly a Michael W. Smith, Kathryn Jenkins a Darren Wells, TAYA et al.
T: Come definiresti il cuore o l’essenza di una canzone italiana?
AB: Posso solo dire che per capire l’essenza della canzone italiana, devi capire le sue radici, che includono il melodramma, la canzone napoletana e la romantica musica lounge.
Infatti i più grandi cantanti lirici del primo Novecento, da Caruso a Schiba, da Gigli a Becchi, hanno attinto il loro talento da lì. Per citare un possibile modello di canzone italiana, il primo è “O sol mio”, uno spartito carico di energia positiva con parole “brillanti e belle” espresse attraverso la musica; Posso citare “Nell Blue, Dipinto DiBlue” (volare) di Domenico Modugno come un momento decisivo nella storia della canzone italiana, posso citare altre scene, forse centinaia di canzoni…
Una melodia (non solo italiana) deve rispettare i canoni della bellezza musicale; Dovrebbe essere piacevole all’orecchio; Saper entrare nel cuore di chi ascolta; evocativo; essere complice; Dovrebbe diventare la voce di molti, in cui possono trovare i loro veri sentimenti. La natura della lingua italiana, la sua intrinseca musicalità, aiuta molto.
(thelam)
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