Occupare lo spazio pubblico: una storia di parchi giochi
I parchi giochi sono spazi con attrezzature destinati al tempo libero dei bambini, dove possono sviluppare diverse capacità motorie e sociali. Tuttavia, questi spazi sono nuovi per le nostre culture e città e nascono dal riconoscimento di L’infanzia come fase fondamentale dello sviluppo umano.
Fino alla metà dell’Ottocento l’infanzia non era un periodo riconosciuto dalla società, tanto che i bambini rappresentavano un’ampia quota di lavoratori durante la Rivoluzione Industriale. Dalle idee rivoluzionarie della sinistra, che guidava i movimenti operai all’inizio del secolo e si batteva per migliori condizioni di vita e di lavoro, si comprendeva l’importanza dell’infanzia e della tutela dei bambini fino al raggiungimento di una certa maturità.
Tra i tanti sviluppi umanistici avvenuti in questo periodo, la comprensione della pedagogia come scienza, strettamente correlata alla psicologia, nonché il ritorno dell’educazione fisica come contenuto di interesse sociale, che fu abbandonato alla fine del secolo, l’Impero Romano si distingue. Allo stesso tempo, questo periodo è stato caratterizzato da intense trasformazioni urbane derivate dalla crescita demografica, che ha portato a baraccopoli e periferie, che hanno portato con sé nuove esigenze dell’ambiente costruito. In questo contesto, che unisce ideali libertari, educazione ed esigenze urbane, nascono e si sviluppano i playground.
L’asilo è nato dalle idee di Friedrich Froebel, un insegnante di tedesco che ha lavorato fino alla metà degli anni ’50 dell’Ottocento. Nella sua teoria, Fröbel valorizzava lo sviluppo libero e spontaneo attraverso giocattoli e giochi, e soprattutto un ambiente in cui i bambini potessero connettersi con la natura e la terra, riconoscendo che gli esseri umani sono esseri creativi. La sua teoria richiedeva l’apprendimento di genere misto, sfidando le chiese dell’epoca così come le lotte di classe. Sebbene Fröebel abbia creato una gamma di giocattoli educativi che in seguito avrebbero influenzato architetti contemporanei come Frank Lloyd Wright e il Bauhaus, il suo modello di scuola materna è considerato un pioniere per i parchi giochi di oggi.
Fu alla fine dell’Ottocento che l’idea di scuola materna si diffuse in tutta Europa e raggiunse anche gli Stati Uniti, rappresentando un’altra variante in materia urbana. Un movimento progressista di insegnanti, psicologi infantili e assistenti sociali ha iniziato a chiedere ai governi locali uno spazio nella città in cui bambini e giovani possano trascorrere il loro tempo libero in modo supervisionato e controllato. Il primo parco giochi registrato apparve nel 1892 a Hull House, un rifugio per il movimento Chicago Settlement House, un movimento di riforma sociale che si batteva per affrontare la disuguaglianza sociale causata dall’immigrazione e dal processo di industrializzazione.
Nello stesso momento in cui Hull House era pioniera nella creazione di un parco giochi per bambini e nell’apertura al pubblico, gruppi progressisti di tutto il paese chiedevano una riforma sociale derivata dalle strutture ricreative e dall’assistenza alle fasce bisognose della popolazione, facendo pressioni sui governi locali in modo che intendessero i bisogni ricreativi come un’esigenza quotidiana e domestica, e non accidentale e lontana. Nascono così, nei primi decenni del XX secolo, i Parques de la Reforma, parchi pubblici che cercano di integrare le classi popolari e immigrate in un luogo di incontro e socializzazione. Avevano campi sportivi e campi da gioco di configurazioni simili a quelle che conosciamo oggi, con scivoli, altalene, altalene e sabbiere.
Nel tempo, l’idea dello spazio pubblico come strumento di riforma sociale si è indebolita, tuttavia, l’importanza di questi spazi come spazi sociali e ricreativi è stata rafforzata come responsabilità istituzionale del governo. I parchi giochi hanno iniziato a essere incorporati nella progettazione dei quartieri nei centri urbani in varie parti del mondo, a cominciare dall’Europa e dagli Stati Uniti. Con il progredire delle discussioni sull’infanzia e sulla sicurezza dei bambini, si è iniziato a studiare diverse configurazioni di campi da gioco e ad aumentare i rischi.
Nel 1947, Aldo van Eyck costruì il suo primo stadio su un sito abbandonato ad Amsterdam, una città parzialmente distrutta durante la seconda guerra mondiale. Van Eyck ha proposto un’architettura che potesse incoraggiare l’interazione sociale e adattarsi all’attività umana, alla creatività dei bambini, e salvare uno dei principi più rivoluzionari in questo spazio che aveva perso la sua funzionalità. Con elementi pubblici e minima interferenza con lo spazio, il Van Eyck Playground intendeva stimolare la creatività e consentire ai bambini di personalizzare lo spazio costruito, in costante relazione con l’ambiente urbano.
A partire dalla seconda metà del XX secolo sono emerse molte proposte di playground, legate a molti altri approcci pedagogici contemporanei. I parchi giochi contemporanei sono vari e si sforzano di essere inclusivi, con spazi multifunzionali e multisensoriali, utilizzando elementi naturali come acqua e piante e materiali diversi che contrastano e stimolano i bambini. Con il crescente dibattito su come integrare i bambini nell’ambiente urbano, i parchi giochi hanno acquisito importanza nel design della città, creando nuove connessioni, come le arti visive e i loro interventi urbani che propongono di parlare con i bambini.
Nel corso della loro storia, i parchi giochi hanno mantenuto il loro posto come parte del tessuto urbano, riconosciuti come strutture ricreative e culturali sia per i bambini che per le comunità circostanti. La loro funzione cambia a seconda del luogo e può essere collegata ad altri elementi ricreativi e culturali, mentre la loro forma offre anche una grande versatilità. Oltre ai loro aspetti fisici, i parchi giochi sono riconosciuti come luoghi importanti per la socializzazione nei quartieri e segnano l’importanza dei bambini come esseri viventi attivi nelle città.
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