Alla fine della prima sessione di quei mercati, il greggio di riferimento Texas Intermediate (WTI) negli Stati Uniti è stato fissato a 98,53 dollari al barile, in calo di 97 centesimi, ovvero dell’uno per cento.
Gli analisti hanno attribuito il calo del prezzo del greggio West Texas Intermediate al timore di una recessione economica negli Stati Uniti, che, se si verifica, influenzerà la domanda di carburante-
Jeffrey Haley, specialista di Oanda, ha affermato che il calo dei prezzi di mercoledì risponde più al panico e alla liquidazione forzata che a un cambiamento strutturale nella difficile situazione tra domanda e offerta a livello globale, senza dimenticare il rischio di recessione in questo Paese.
L’esperto ha anche collegato il calo del prezzo dell’oro nero alla politica di tolleranza zero del Covid-19 in Cina, che potrebbe portare a nuove misure restrittive.
E fonti di mercato hanno ritenuto che l’inflazione dilagante e gli alti tassi di interesse attraverso i quali la Federal Reserve o la banca centrale statunitense stanno cercando di frenare gli aumenti dei prezzi, abbiano sollevato i timori di una possibile recessione.
Hanno aggiunto che questa preoccupazione è stata imposta nei giorni scorsi dai motivi al rialzo favoriti dal teso squilibrio tra domanda e offerta, esacerbato dalla guerra in Ucraina e dalle difficoltà incontrate dall’OPEC+ nel raggiungere i suoi obiettivi di produzione.
Mercoledì, invece, il prezzo del greggio Brent del Mare del Nord, il principale benchmark in Europa, è sceso sul mercato londinese, a $ 2,08, o $ 2,02, a $ 100,69 al barile.
I trader hanno commentato che sia il greggio WTI che quello Brent hanno avuto le loro chiusure più basse dall’11 aprile di oggi.
JCM / Rs
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